La Cgil boccia le nuove “pagelle” su misura
«Noi non rigettiamo a priori l’idea di valutare il rendimento del singolo lavoratore. Però rifiutiamo su tutta la linea i criteri proposti dal Comune. Sono a dir poco kafkiani». La segretaria provinciale di Cgil Funzione pubblica Rossana Giacaz non vede di buon occhio la bozza di scheda che gli uffici hanno preparato per pesare l'operato dei singoli dipendenti. Una scheda che dovrebbe diventare operativa a partire da quest'anno. «Hanno disegnato una pagellina, un “misurometro” - spiega -, che oltre a essere molto complicato mette nel mirino una serie di caratteristiche che nulla hanno a che fare con le prestazioni lavorative». Tra i criteri incriminati Giacaz elenca «cose come l’educazione e l'assertività. Sono cose che non c'entrano con il lavoro».
Ciò non significa tagliare le gambe alla trattativa, sottolinea il sindacato: «Tutte le sigle sono pronte a discutere su quali strumenti adottare per riconoscere i meriti di chi si impegna». Però ci sono alcune condizioni preliminari: «Pensare di farlo con la struttura attuale è assurdo - dice -. Oggigiorno il Comune è una macchina paralizzata. Come posso valutare i risultati del singolo lavoratore quando è costretto ad operare in un contesto che non funziona?». La Cgil chiede con forza di «mettere mano alla macchina del Comune». A prova dell'urgenza porta l'esempio dei dirigenti: «Sono un caso utile per capire come funzionano i criteri di valutazione - dice Giacaz -. Da anni i dirigenti continuano a venir premiati. Anche quelli che hanno preparato appalti disastrosi come quelli sulle pulizie o sull'assistenza domiciliare». La Cgil ricorda che l'amministrazione aveva promesso un documento volto a ripensare i criteri per le misurazione dei risultati dei vertici: «Forse sarebbe opportuno presentare quel testo prima di pensare a come valutare ognuno delle migliaia di lavoratori del Comune».
A partire dalla prossima settimana amministrazione e sindacati si incontreranno a ritmo serrato per arrivare a un accordo. La “pagella” deve entrare in vigore quest'anno e i tempi sono stretti. Ma la trattativa appare in salita: «È un peccato - conclude la segretaria del Pubblico impiego - perché il Comune gestisce servizi essenziali. Servizi che hanno bisogno di un dialogo fra amministrazione e lavoratori e non di casi come quello dei campi estivi, l'estate scorsa». (g.tom.)
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