La centrale di Krsko riparte a ritmi ridotti
KRSKO. La centrale nucleare di Krsko è da ieri mattina nuovamente in funzione ed è stata riallacciata alla rete dopo che sabato, solo pochi giorni dopo la revisione dell'impianto, il reattore si era spento automaticamente per un problema elettronico all'impianto di misurazione della temperatura del sistema di raffreddamento. La centrale, che per il momento opera al 35% delle proprie capacità, raggiungerà il massimo della potenza tra alcuni giorni. Il difetto che era all'origine dell'arresto, hanno comunicato dalla direzione della centrale, è stato risolto. «In nessun momento vi è stato qualche pericolo per la centrale e per l'ambiente», ha spiegato il direttore Stane Rožman. Il problema riguardava il malfunzionamento del nuovo sistema di misurazione della temperatura del ciclo di raffreddamento primario, installato durante la recente revisione annuale della centrale. Il difetto è stato presto risolto per cui l'impianto ha potuto essere riallacciato alla rete in meno di 48 ore. La centrale di Krsko era rimasta ferma, per i regolari lavori di manutenzione, per più di un mese, a partire dal primo ottobre. In questo periodo, sono state sostituite le barre di uranio esaurite (56 delle complessive 121) ed è stata effettuata la revisione degli impianti meccanici, dei sistemi elettrici e di tutte le altre componenti che costituiscono la struttura della centrale, con diversi interventi che hanno riguardato migliorie del sistema di sicurezza. I lavori, costati complessivamente 30 milioni di euro, hanno coinvolto tutti e 620 i dipendenti della centrale nucleare e altri 1.500 tecnici esterni altamente specializzati. Costruita nel 1983 congiuntamente dalle allora repubbliche jugoslave di Slovenia e Croazia, la centrale dovrebbe restare operativa fino al 2043. In tutti questi anni, non ci sono mai stati problemi di sicurezza, se si esclude l'episodio del giugno 2008, quando per una perdita d'acqua al sistema di raffreddamento si è proceduto allo spegnimento del reattore. Quell'incidente si è poi rivelato per nulla grave, ma intanto nei Paesi dell'Unione europea era scattato il segnale d'emergenza, come per altro previsto dal sistema comunitario per uno scambio rapido di informazioni. Fortunatamente, però, tutto si è risolto solo con un po' di paura. Attualmente, Krsko produce il 24% del fabbisogno sloveno e il 17% di quello croato di energia elettrica.
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