La Casa d’Asburgo entra nella “colletta” per Maria Teresa

L’arciduca Carlo e l’Ordine di San Giorgio pronti a finanziare la realizzazione di un monumento dedicato alla sovrana
Di Fabio Dorigo

La Casa d’Austria c’è. L’Ordine di San Giorgio pure. La Haus Habsurg (Asburgo) è pronta a fare la sua parte nella “colletta” per il monumento all’antenata Maria Teresa da collocare in piazza Ponterosso o in fondo al Canal Grande davanti alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo. Massimiliano Lacota, portavoce della Casa d’Austria in Italia e promotore della colletta, ha ottenuto il sostegno della famiglia imperiale. Ma non solo. Una decina di cittadini si è resa disponibile a un’elargizione per erigere un monumento alla sovrana che ha reso grande Trieste. «La Casa d’Austria attraverso anche l’Ordine di San Giorgio della Famiglia Imperiale (che rappresento in Italia) - assicura Lacota - ha già fatto sapere che donerà un contributo. L’Arciduca Carlo in persona credo farà la sua parte, da persona dotata di un’estrema generosità e sensibilità qual è».

Ma non basta. «Sono una decina i privati cittadini di una certa notorietà che finora hanno già comunicato la disponibilità a elargire delle somme di denaro piuttosto importanti», aggiunge il rappresentante degli Asburgo che ha messo sul tavolo i primi mille euro. Lacota, che è anche presidente dell’Unione degli istriani, vuole precisare il suo ruolo. «La mia proposta non ha nulla a che fare con l’Unione degli Istriani – che probabilmente potrebbe anche sostenere l’iniziativa - ma da un incarico di rappresentanza di natura diversa, come chiunque si interessi delle questioni dell’Austria sa».

In ogni caso la proposta della colletta per il monumento a Maria Teresa non si pone come alternativo a quella dell’intitolazione del Canal Grande a Maria Tereza avanzata al sindaco sotto forma di petizione da 23 associazioni cittadine. «L’aggiunta di un suffisso allo storico toponimo Canal Grande non basta per onorare i 300 anni di Maria Teresa con un segno tangibile. Bisogna a questo punto capire l’interesse delle 23 associazioni a sostenere qualcosa di diverso – ovvero la realizzazione di un monumento avviando una colletta pubblica – che qualora non ci fosse, darebbe il via a due iniziative “contrapposte”, fornendo il pretesto alle istituzioni per non fare nulla». È l’errore da evitare soprattutto visto che ora il Comune e la Regione, seppure con un certo ritardo, si stanno muovendo per onorare il tricentenario della sovrana. «Sono sicuro che istituzioni come la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune e l’Autorità portuale non mancheranno di sostenere una iniziativa del genere che parte dalla cittadinanza e dalla cittadinanza viene finanziata. Negli archivi della Città di Trieste rimarranno per sempre i nomi dei benefattori, che potrebbero sicuramente venire raccolti in volume da realizzare e distribuire nell’ambito dell’inaugurazione», aggiunge Lacota, che è pronto a cedere pure la guida dell’iniziativa. «Bisogna agire da subito con la creazione di un apposito comitato, guidato pure dalla 23 associazioni con l’inclusione di altri soggetti potenzialmente interessati, in modo da arrivare a maggio con il progetto già pronto, le autorizzazioni in tasca e i festeggiamenti per il 300.o genetliaco (13 maggio 1717) con la cerimonia della “posa” della prima pietra, completando l’opera entro l’anno. I tempi tecnici ci sono».

E quindi? «Chiedo un incontro con una delegazione delle associazioni al fine di verificare ogni possibilità di convergenza», conclude Lacota. E l’intitolazione del Canal Grande? «Nulla vieta che le due cose possano coesistere - spiega Luciano Santin. portavoce dei 23 sodalizi -. Purchè per l’eterogenesi dei fini il progetto della statua non finisca per sovrapporsi, far accantonare o bloccare l’intitolazione del Canal Grande». Maria Teresa val bene un’intitolazione con statua. Come ricorda Santin, citando Pietro Kandler: «Tu, Trieste, ne fosti la prescelta... se questa città vedesi oggidì in tanta estensione di fabbriche rinnovata, si può ben con tutta ragione chiamarsi Città di Maria Teresa».

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