La Carinzia è salva: accolta l’offerta anti-crac Hypo Bank

Il 75% dei creditori accetta il piano di Vienna per il riacquisto di obbligazioni in scadenza dell’istituto per 11 miliardi

TRIESTE Fine di un incubo per la Carinzia e per i suoi governanti: il Land non fallirà. Da mercoledì 5 ottobre si è certi che i creditori di Hypo Bank non si rivarranno nei suoi confronti per il riacquisto di obbligazioni in scadenza dell'istituto per 11 miliardi di euro. Avrebbero potuto farlo, perché il Land, in anni di amministrazione allegra, si era fatto garante di quei titoli. Se i creditori lo avessero preteso, il fallimento sarebbe stato inevitabile, perché il Land non possiede le risorse per onorare quel suo incauto impegno: il suo bilancio annuale si aggira sui 2,5 miliardi e il suo indebitamento supera i 3 miliardi, tanto che ormai nessuno gli fa più credito. Da dove allora avrebbe attinto i soldi per soddisfare i creditori di Hypo Bank?

Una via di soluzione era stata trovata d'intesa con il ministro delle Finanze, Hans Jörg Schelling, che aveva proposto ai creditori di accontentarsi del 90% di quanto loro dovuto (in precedenza la proposta del 75% era stata respinta). La Carinzia avrebbe concorso al rimborso con 1,2 miliardi cash, somma che, non avendo accesso al mercato finanziario (dato che ormai nessuno si fida di lei), si sarebbe fatta prestare con l'intermediazione dello Stato; il resto sarebbe venuto dal graduale recupero dei "non performing loans" e dalla svendita dei beni confiscati ai clienti insolventi di Hypo Bank da parte di Heta Asset Resolution, la bad bank nata dalle ceneri della holding finanziaria carinziana.

Questo il piano proposto da Schelling e dalla Carinzia ai creditori, che sono per lo più banche, compagnie di assicurazione e fondi di investimento tedeschi e austriaci (ma anche alcuni investitori italiani). Restava ancora da verificare se tale piano sarebbe stato accolto dagli interessati. Ieri il ministro ha annunciato che la maggioranza richiesta per l'offerta di riacquisto delle obbligazioni è stata raggiunta e che l'offerta quindi diventa valida per tutti.

Venerdì scorso era già stata raggiunta l'adesione del 75% degli obbligazionisti (erano sufficienti i due terzi, ossia il 66%) e del 50% dei titolari di obbligazioni subordinate (era sufficiente il 25%). L'offerta scadrà venerdì prossimo e per quel giorno il ministro confida che le due percentuali saliranno ancora di qualche punto.

In ogni caso, quale che sia il risultato finale, le maggioranze già raggiunte consentono allo Stato e al Land di tirare un sospiro di sollievo. I creditori ordinari incasseranno il 90% del loro credito, quelli subordinati il 45%. Resta ancora in piedi la proposta ulteriore avanzata dal ministro di riacquistare le obbligazioni al loro valore nominale (versando quindi il 100%), se i creditori sottoscriveranno contemporaneamente titoli di Stato dello stesso importo, a zero interessi, con scadenza a 18,5 anni. In tempi di tassi che sfiorano lo zero la proposta di Schelling potrebbe apparire interessante.

In questo caso non sarà necessario che vi sia un'adesione qualificata: il rimborso al 100%, ma tra 18 anni e mezzo, potrà essere attuato con chi ci starà, fosse anche uno solo dei creditori Hypo Bank. La Carinzia non fallirà, ma avrà davanti a sé comunque un futuro di lacrime e sangue. Nei prossimi 54 anni dovrà restituire 1,2 miliardi che lo Stato le ha procurato per soddisfare i creditori di Hypo Bank. Saranno anni di risparmi e di ristrettezze, che costringeranno tre generazioni di carinziani a tirare la cinghia.

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