La Carinzia diventa un land “a luci rosse”
UDINE. Anche in Austria, anche in Carinzia il sesso è di colore rosso. Anche qui si usa definire “a luci rosse” l’ambiente della prostituzione, quella che viene esercitata nei postriboli o quella più discreta, ma spesso illegale, che si offre nelle abitazioni private, a volte mascherate sotto l’insegna di “istituti per massaggi”. Di postriboli e di altri esercizi in cui il sesso viene praticato a pagamento si parla sempre più spesso oltreconfine, perché il fenomeno sta acquisendo le dimensioni di un “boom”. Se erano circa 400 le donne impegnate sul fronte del piacere fino al giorno dell’apertura del megabordello di Hohenturn, il comune al confine con Tarvisio, da allora il loro numero è salito di almeno 100 unità. Ma presto anche il traguardo record delle 500 prostitute sarà superato, perché in questi giorni altri due bordelli hanno ottenuto l’autorizzazione all’apertura ed entreranno in funzione nei primi mesi del prossimo anno. Uno dei due nascerà a Villach - cittadina di 35.000 abitanti, dove già operano una dozzina di case di piacere – mentre il secondo è in progettazione a Fürnitz, comune poco al di là di Arnoldstein e prima di Villach, quindi molto vicino al confine italiano e sloveno.
Nel frattempo anche un postribolo di Oberdrauburg, esistente ormai da 23 anni, si sta mettendo al passo con i tempi, trasformandosi in una “Laufhaus” (una struttura che si distingue dai tradizionali bordelli, perché ogni prostituta dispone di un proprio appartamentino in cui accoglie i clienti). Il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie dal Comune, ma in questo momento il cantiere è bloccato. Contro la sua realizzazione sono state raccolte 300 firme tra gli abitanti del piccolo comune e il direttore distrettuale (autorità amministrativa sovracomunale) ha ordinato la sospensione dei lavori, in attesa del pronunciamento del Tribunale amministrativo. Il legale dei proprietari del bordello, Kurt Hirn, ha già fatto sapere che, in caso di bocciatura, i suoi clienti chiederanno al Comune il risarcimento dei danni per il milione di euro già investiti nel cantiere.
Tra Oberdrauburg, Fürnitz e Villach, l’economia “a luci rosse” segna una crescita senza precedenti. Alla fine le strutture legate alla prostituzione – bordelli, “Laufhaus”, wellness club, sale massaggi – saranno una trentina e vedranno al lavoro oltre 700 donne, per lo più giovani o giovanissime, in prevalenze dell’Est Europa, il doppio di quante erano soltanto un paio di anni fa. Stiamo parlando delle prostitute regolarmente registrate, ma il loro numero deve considerarsi sempre indicativo, perché il ricambio è continuo e nessuno riesce a tenerne il conto.
Alle prostitute “in regola” devono poi aggiungersi quelle illegali, che operano nella clandestinità, perché non in regola con i documenti di residenza (e quindi a rischio di espulsione) oppure perché avanti con gli anni e non gradite nei bordelli o peggio ancora perché affette da Aids o altre patologie. Le prostitute “in regola” devono sottoporsi settimanalmente a controlli igienico-sanitari per essere autorizzate a lavorare.
Ma questa precauzione non rappresenta alcuna garanzia per la clientela. Lo dichiara esplicitamente Karl Wenedig, ufficiale sanitario di Villach, che ha il compito di visitare queste donne: «Constatiamo che sono sempre di più le prostitute che fanno sesso senza il preservativo e che presentano infiammazioni alla zona genitale. Nei nostri test non ne facciamo cenno, perché non si tratta di vere e proprie malattie sessuali, ma potrebbero condurre a patologie sessualmente trasferibili. Non dobbiamo cullarci nella falsa sicurezza che, siccome queste donne sono visitate ogni settimana, devono essere per forza sane. Non è affatto così».
A lanciare l’allarme è anche il sindaco di Villach, Helmut Manzenreiter, socialdemocratico, secondo il quale il numero dei bordelli in Carinzia ha superato il limite della saturazione. Le amministrazioni comunali, anche se contrarie, non possono impedire che se ne aprano di nuovi, perché la legge impone soltanto che non si trovino vicino a chiese o scuole. Manzenreiter sollecita una nuova, più limitativa legge regionale, affinché tutta la Carinzia non diventi “un Land a luci rosse”.
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