La Carinzia braccata dai creditori chiama il guru di Tsipras
UDINE. La Carinzia come la Grecia? Sono in molti ad aver fatto questo ardito paragone, per le analogie dell’indebitamento del Land austriaco, per l’impossibilità di accesso al credito, dopo l’abbassamento del rating di Moody’s, ma soprattutto per l’incombere dei creditori di Hypo Bank (ora una bad bank con il nuovo nome di Heta Asset Resolution). Questi ultimi debiti erano della banca e non del Land, ma è come se fossero suoi, perché il Land se n’era fatto garante fino a un importo folle di 27 miliardi.
Attualmente la soglia della garanzia si è ridotta a 10,2 miliardi (perché l’Ue, ai tempi in cui Mario Monti era commissario alla concorrenza, aveva posto il veto a garanzie pubbliche per nuove obbligazioni della banca), ma per un Land che non ha nemmeno i soldi per asfaltare le strade 10 miliardi o 27 miliardi non fa differenza. Come non fa differenza una pena aggiuntiva per chi deve già scontare l’ergastolo. Al momento i creditori sono bloccati da un provvedimento del ministro austriaco delle finanze Hans-Jörg Schelling, che ha stabilito una moratoria fino al maggio 2016. Poi si scatenerà l’assalto.
In preparazione a quel drammatico momento, il Land Carinzia ha chiesto aiuto a consulenti esterni, esperti nella gestione di quelli che vengono definiti “debiti sovrani”. E chi ha trovato? Monsieur Matthieu Pigasse, già alla testa del team che ha assistito il primo ministro greco Alexis Tsipras nella trattativa con l’Unione Europea e con il Fondo monetario internazionale, nel tentativo di abbattere l’enorme debito del Paese ellenico.
Pigasse opera a Parigi per la banca d’affari franco-americana Lazard ed è considerato un banchiere di grido schierato a sinistra sul fronte politico. Avrà lui il compito di trattare con i creditori di Heta (ex Hypo), quando, non ricevendo più un euro dallo Stato austriaco, busseranno alla porta del Land. L’incarico che gli è stato affidato, senza un concorso pubblico, ha suscitato qualche perplessità, ma la giunta carinziana ha spiegato che, in pratica, non c’era altra scelta.
Altre banche d’affari si erano candidate per offrire assistenza alla Carinzia, ma poi si era accertato che erano a loro volta creditrici nei confronti di Heta, per cui si sarebbe verificato un insanabile conflitto di interessi. Le perplessità sulla scelta sono state rimosse, restano quelle sui costi. La scorsa settimana la giunta del carinziana ha deliberato lo stanziamento per quest’anno di 10 milioni per sostenere i costi dell’assistenza del team Lazard e di altri studi legali.
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