La carica degli analfabeti digitali

Il Friuli Venezia Giulia sotto la media nazionale per l’uso di Internet e la diffusione della banda larga
Di Marco Ballico

TRIESTE. Si chiama “digital divide”, divario digitale. È la distanza che separa chi utilizza le tecnologie dell’informazione e chi ne è invece escluso. Battaglia lunga quella di azzerare la popolazione “arretrata” su questo fronte e, in Friuli Venezia Giulia, ancora da vincere posto che 40 comuni sono ancora senza Adsl e meno della metà, 94 su 216, sono coperti dalla fibra ottica.

Secondo il presidente dell’Anci Mario Pezzetta la responsabilità è di chi ha frenato il progetto Ermes, «fermo dal 2008». «La Regione sta completando Ermes», si legge in vari comunicati sul sito istituzionale di Palazzo. Ma la parola «fine» non è ancora scritta a quasi dieci anni dall’annuncio della giunta Illy, ai tempi in cui, da una costola di Insiel, grazie a un accordo con Telecom nasceva Mercurio, società che nel 2007 pronosticò la fibra ottica in tutta la regione nel 2010 e invece, già nel 2008, venne chiusa.

La fotografia del “divario digitale” Fvg non conforta oggi per nulla visto che la banda larga, così imponeva l’Europa, avrebbe dovuto essere patrimonio di tutto il territorio entro il 2013. Un ritardo peraltro non solo infrastrutturale ma anche culturale: se è vero che l’Adsl manca in quasi un comune su cinque, il 93% dei residenti ha la possibilità di accedere alla linea veloce eppure, a utilizzare abitualmente internet, in base ai dati Istat, è solo il 44% dei residenti in Fvg, contro il 56% dell’Italia e il 65% di media Ue. Dati e considerazioni emersi ieri in un incontro in Regione a Udine promosso da Federconsumatori e dal Forum consumatori imprese Fvg, occasione per il presidente di Federconsumatori Fvg Edo Billa di ricordare che «i Comuni coperti erano l’84% nel 2008 e la percentuale è rimasta la stessa dopo cinque anni» e per Pezzetta di sottolineare che «solo con il cambio di amministrazione regionale l’agenda digitale è tornata a essere una priorità».

Ma, incalza il presidente Anci, «serve anche una maggiore consapevolezza da parte degli enti locali, delle imprese, delle università, perché internet è uno strumento fondamentale per garantire il livello dei servizi sul territorio e la competitività del sistema regione. Un’impresa senza banda larga è come una casa senza acqua potabile». Sullo sfondo gli esempi virtuosi della provincia di Bolzano (prenotazioni e pagamenti online di visite ed esami) e dell’Emilia Romagna (il programma Peter, equivalente di Ermes, è al 99,8% di copertura). Roberto Collavizza, responsabile business Nordest di Telecom, confida in una rapida approvazione da parte della giunta Fvg di un regolamento che definisca canoni e condizioni di utilizzo della rete pubblica per gli operatori privati, mentre il responsabile della direzione Infrastrutture Silvio Pitacco imputa i ritardi del progetto Ermes anche ai vincoli tecnici ed economici opposti dagli interlocutori: sprintendenza, utility, Trenitalia, pure i comuni.

«Chiediamo non soltanto un’accelerazione alla Regione – conclude Billa –, ma anche una mappatura della copertura del servizio agli operatori privati, per conoscere qual è la reale situazione. Per troppe aree regionali, anche nella pianura, internet resta un’opportunità negata».

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