La capra “regina” dei maglioni: ecco i segreti del cashmere

Sempre più diffusi nel mondo gli allevamenti di questa razza indiana. In Italia il più conosciuto è quello gestito da Nora Kravis nel Chianti 

TRIESTE Il risultato finale è il tessuto caldo e morbido, ma non tutti sanno da dove proviene il cashmere; il ciclo produttivo per ottenerlo ha il suo punto di partenza negli allevamenti delle capre Cashmere. È originaria dell’omonima regione dell’India, il Kashmere, ma oggi è presente in tutto il mondo: Tibet, Cina, Mongolia, Pakistan, Iran, Afghanistan, Nord America, Australia e Italia.

L’ambiente naturale della capra Cashmere è composto da pascoli poveri, perlopiù situati in zone con elevate altitudini; proprio il clima rigido consente di sviluppare il sottovello, la lanugine sottostante al pelo da cui si ricava il cashmere, particolarmente caldo. Il mantello di questi animali è costituito da due diversi strati: il vello primario, ossia la giarra, con peli lunghi, lucidi e robusti e il vello secondario, ovvero il cashmere, più corto e molto fine. Il cashmere, la fibra pregiata perfetta per gli indumenti invernali, si ottiene pettinandola, separando i due velli e, infine, tessendo il tutto.

Uno degli allevamenti italiani di capre da cashmere più conosciuti è quello gestito nel Chianti da Nora Kravis, originaria di New York che da decenni vive in Italia. Attualmente alleva un centinaio di capre Cashmere e ha intrapreso questa attività nel 1995. Gli esemplari vengono costantemente seguiti dal punto di vista sanitario e schedati da quello genetico.

Da una femmina adulta non si ricavano più di 300 grammi di cashmere l’anno: da esso verranno creati scialli, sciarpe, maglioni e coperte. –

N. C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Argomenti:coccoli

Riproduzione riservata © Il Piccolo