La burocrazia batte l’impresa e chiude un altro banco al mercato coperto di Gorizia
Senza il certificato di prevenzione incendi non è possibile rilasciare licenze. Franca Flocco va in pensione ma non può cedere il banco al marito: così l’attività chiude
Dal primo gennaio un altro banco del mercato coperto di via Boccaccio rimane chiuso. La giornata di martedì 31 è stata l’ultima di lavoro per Franca Flocco che, con l’avvento del 2025, ha maturato i termini per la pensione.
Il paradosso è che non avrebbe voluto mollare, anzi, avrebbe voluto lasciare la gestione del banco frutta al marito Anselmo Campanella e, dal momento che Anselmo, insieme alla figlia Beatrice, lavora da sempre con lei, nulla sarebbe di fatto cambiato, se non un dettaglio: la partita Iva del titolare dell’attività.
«Anche se siamo sempre noi, il Comune mi ha detto che non è possibile cedere il banco a mio marito perché non si possono rilasciare nuove autorizzazioni. Quindi: o rinuncio alla pensione o resto qui a lavorare. Tutto questo per quattro numeri», osserva sconsolata Franca che al mercato coperto è arrivata nel 2011. «Sto già guardando per un negozio fuori da qui, ma non sarà la stessa cosa», aggiunge Anselmo.
Di recente ha chiuso un altro dei banchi della struttura di via Boccaccio. Poco più in là, appeso alle tende bianche e verdi, su un foglio si legge
“Grazie a tutti per la fiducia-Antonia (Cessata attività)”.
Senza di loro, il mercato coperto sarà meno colorato e luminoso. «La gente porta gente e quando chiude un banco, almeno metà della clientela si perde e va altrove», osservano Franca e Anselmo. Da gennaio rimangono di fatto tre banchi frutta, tre fiorai e una manciata di contadini.
A spiegare la situazione, senza però prendere le difese dell’amministrazione comunale, è il consigliere con delega a Commercio e Mercati Alessio Zorzenon. «Fino a quando non ci sarà il nuovo certificato prevenzione incendi non possono essere rilasciate nuove autorizzazioni e questo è un problema serio che speravo sarebbe stato risolto entro il 2024, ma così non è stato. Purtroppo sul progetto del Mercato coperto siamo fermi da tre anni. Ci sono almeno otto o nove persone disponibili ad entrare, ma senza il nuovo certificato prevenzione incendi non è possibile. Ci sono delle normative che ostacolano le attività imprenditoriali ed è un peccato perché così il mercato muore, mentre potrebbe dare occupazione».
Zorzenon ricorda che quattro anni fa erano stati stanziati 1,4 milioni di euro per il rilancio del mercato coperto. «Si trattava di un intervento importante, ma quel capitale, con l’aumento dei prezzi, ora rischia di essere utile solo per un intervento di “stucco e pittura”». —
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