La Burgo svela la nuova linea produttiva
TRIESTE Le 15 di oggi, martedì 12 aprile, ora della verità per la Cartiera Burgo: l’azienda presenterà alle rsu e ai rappresentanti sindacali di categoria il progetto di riconversione della linea di produzione identificata con il numero 2. La diversificazione che verrà attuata per risolvere la situazione di overcapacity che si riscontra nel “patinatino” (carte patinate con legno per stampa rotocalco e rotooffset) destinato all’editoria, prodotto anche dagli stabilimenti del gruppo di Verzuolo e Villorba ma oggetto di forti flessioni sul mercato, sarebbe il passaggio al cartone per imballaggi, in gergo “brown testliner”.
Un investimento per lo stabilimento di San Giovanni di Duino da quasi 35 milioni di euro, parte dei quali potrebbero essere coperti da un prestito della Regione o tramite un ingresso nel capitale sociale da parte di Friulia, la finanziaria regionale. Anche su questo punto se ne saprà di più soltanto questo pomeriggio nel corso dell’incontro al quale la Regione parteciperà forse con la stessa presidente Debora Serracchiani. La linea 2 è ferma dallo scorso dicembre e per la sua ripartenza con i nuovi macchinari, ma con un tipo di produzione meno elaborata e che richiede meno passaggi ma anche meno addetti, si è parlato orientativamente dell’autunno del 2017. Nel frattempo rimane in funzione la sola linea 3 che produce appunto il “patinatino” e l’esubero dell’organico aziendale stimato in 150 unità rispetto ai 380 dipendenti attuali è stato assorbito dal contratto di solidarietà entrato in vigore il primo febbraio scorso per la durata di un anno, ma prorogabile a un secondo anno.
«È un incontro al buio - afferma Mauro Benvenuto, rsu della Cisl - speriamo di capire oggi con quanti dipendenti intendono far funzionare la nuova linea di produzione. Contiamo di trovarci a commentare indicazioni favorevoli mercoledì quando ci riuniremo tra rsu prima di indire l’assemblea dei dipendenti». «Obiettivo del sindacato - spiega Maurizio Goat della Cgil - è arrivare alla fine del percorso senza che nessuno venga messo in strada. Con entrambe le linee in funzione, il blocco del turnover e una serie di mobilità incentivate potremmo farcela».
Il timore manifestato già nei mesi scorsi è che comunque alla fine una quarantina di dipendenti vengano “accompagnati” fuori dall’attività lavorativa con un riassetto finale dell’organico fissato a 320-330 dipendenti. Frattanto l’umore all’interno dello stabilimento non è certo dei migliori e tra i dipendenti c’è chi imputa all’azienda la colpa di vanificare ora anche i guadagni che sta facendo grazie ai contratti di solidarietà che hanno tagliato di circa il 20% gli stipendi rendendo difficile la vita per le famiglie di molti dipendenti. Da febbraio è inoltre entrato in vigore un nuovo modulo organizzativo impostato su nove squadre che operano con turni da 6 ore, quattro giornate di lavoro e poi cinque a casa.
Per lo stesso gruppo Burgo, che è uno dei principali produttori europei di carte grafiche e speciali, intanto proprio San Giovanni di Duino potrebbe rappresentare il caso pilota nel progetto complessivo di diversificazione produttiva. Sono undici gli stabilimenti Burgo in Italia (la sede legale è ad Altavilla Vicentina), mentre in Belgio è insediato il sito produttivo di Burgo Ardennes che integra la produzione cartacea con quella di cellulosa a minimo consumo di acqua, e segna il passaggio a una forte internazionalizzazione. La fabbrica al confine tra le province di Trieste e di Gorizia da decenni costituisce un buon serbatoio occupazionale soprattutto per la manodopera di un’area che comprende Duino Aurisina, Monfalcone, Ronchi, Staranzano, Doberdò del Lago.
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