La Bulgaria “vende” la cittadinanza Ue

Dopo l’Ungheria anche Sofia concede il passaporto a chi investe nel Paese almeno 511mila euro. L’idea ingolosisce i russi
Di Mauro Manzin

TRIESTE. La Bulgaria corre ai ripari dopo la caduta degli investimenti stranieri. Nel 2008 ammontavano a 6,55 miliardi euro ma nel 2011 non superavano gli 1,75 miliardi. La causa principale sta nel fatto che non c’è ancora una legge che regola i rapporti tra pubblico e privato mentre la normativa commerciale è ancora molto fumosa e lacunosa. E così, per correre ai ripari, a chi è disposto a investire 511mila euro nel Paese sarà concessa la cittadinanza bulgara. E il passaporto emesso a Sofia è molto ambito soprattutto dai russi e dagli altri cittadini dei Paesi balcanici non ancora nell’Unione europea. Perché il passaporto bulgaro garantisce la possibilità di viaggiare nell’Area Schengen senza bisogno di visto mentre Sofia è ancora in attesa che Olanda e Germania tolgano il veto per l’ingresso ufficiale nel club dei “senza confini”. Il presidente della Repubblica, Rosen Plevneljev ha però posto il veto alla norma approvata dal Parlamento sostenendo che la concessione della cittadinanza non può basarsi su criteri finanziari. La legge ora tornerà in Parlamento ma se sarà nuovamente approvata il presidente dovrà promulgarla. La norma prevede che la cittadinanza sarà concessa a chi è già domiciliato da un anno in Bulgaria e ha investito in progetti considerati prioritari dal governo. Le aziende in cui si investe non devono inoltre essere sull’orlo del fallimento e devono regolarmente retribuire i propri operai.

La cittadinanza “in vendita” non è però una peculiarità bulgara. L’attuale crisi economica mondiale ha spinto numerosi Stati a cercare di vendere, pur di far cassa, anche il passaporto. Così l’Ungheria ha varato una legge che concede la residenza permanente nel Paese a chi acquisterà obbligazioni magiare, in altre parole il debito pubblico di Budapest, per almeno 250mila euro. La Macedonia offre la propria cittadinanza invece in cambio di 400mila euro di investimenti che determinino la creazione di dieci posti di lavoro. La proposta del governo non è stata ancora discussa al Parlamento di Skopje ma va notato che i cittadini macedoni dal 2009 possono viaggiare senza obbligo di visto in tutta l’Area Schengen. Di concedere la residenza stabile dietro un congruo pagamento si sta pensando anche in Spagna. La proposta del governo punta alla quota di acquisto di 160mila euro per immobili. L’esecutivo punta al “mercato” russo e cinese ma anche a quello marocchino. Dopo il flop edilizio spagnolo ci sono quasi un milione di appartamenti vuoti e gli stranieri potrebbero acquistare soprattutto gli immobili delle località balneari come la Costa del Sol. E la stampa russa parla già della possibilità che ora non solo gli oligarchi ma anche la classe media potrà acquistare la cittadinanza europea.

A “vendere” il passaporto c’è anche la Lettonia. Qui basta acquistare un immobile da 140mila euro per ottenere il certificato di residenza quinquiennale. In Portogallo per ottenere la residenza permanente invece bisogna investire in un immobile del valore di almeno 400mila euro che sale a 500mila in Irlanda. Nonostante i prezzi “scontati” Portogallo, Irlanda e Lituania non compaiono nell’elenco dei primi dieci stati in cui i russi acquistano beni immobili. Al primo posto c’è la Bulgaria, seguita dalla Spagna e dalla Turchia. C’è poi Cipro, il paradiso degli oligarchi russi. Ben ottanta ne posseggono il passaporto, con i loro soldi, anche di molto dubbia provenienza, che stazionano nelle banche dell’isola.

C’è poi il “caso” dell’ordinata Austria. Qui coloro i quali sono imprenditori di collaudata fame e i loro investimenti in Austria possono essere considerati di strategico interesse per Vienna ottengono il passaporto austriaco. Non ci sono cifre però che “aiutano” a quantificare la strategicità degli investimenti esteri.

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