La bottega dei tessuti Sessi compie 110 anni. «Clienti storici e marchi nazionali il segreto anti-crisi»
Il negozio a conduzione familiare in via Tarabochia resiste con tenacia a e-commerce e grande distribuzione
La famiglia Sessi nel negozio (Silvano)
TRIESTE Un secolo e dieci anni portati con tenacia e dignità. Il 10 febbraio di quel 1910, l’anno in cui un gruppo di artisti lanciò i manifesti futuristi, Marcello senior Sessich (il ch finale si perse più avanti) lanciò il suo esercizio commerciale, che aveva e tuttora ha come missione la vendita di tessuti.
Coerenza anche dal punto di vista topografico: il primo negozio era in via Tarabochia – dove oggi opera Balneum – il secondo sorge nella stessa strada a qualche metro di distanza dal precedente, in direzione del Maggiore. La gens dei Sessi si trasferì nella nuova sede nel 1954.
Una foto storica del negozio Sessi (Silvano)
Quindi proprio stamane la famiglia, che gestisce l’attività, festeggia un genetliaco importante, i 110 anni di vita aziendale, un traguardo che pochi brand triestini hanno potuto eguagliare. All’appuntamento, come da sobrio cartello esterno, è invitata la fedele clientela. Nel 2018 il riconoscimento di “bottega storica” ottenuta dalla Regione Fvg sulla base dell’istruttoria comunale.
Finora quattro generazioni si sono alternate nella conduzione: il capostipite Marcello sr, il figlio Marcello jr, il nipote Livio insieme alla consorte Bruna, le bisnipoti Barbara e Tamara. Si auspica un quinto passaggio generazionale: al momento la nipote Mia preannuncia che vuole diventare medico ma che non venderà le storiche mura e le trasformerà in museo.
Livio Sessi con i suoi 82 anni – è nato nel settembre 1938, un mese carico di storia a Trieste – è il patriarca in servizio. Lui si chiama Livio Tito, il fratello si chiamava Tito Livio. Per conoscere il mestiere e le caratteristiche della merce trattata, nella seconda metà degli anni Cinquanta Livio si sottopose a un bel po’di naja in fabbrica al Lanificio Rossi di Piovene Rocchette nel vicentino, al cotonificio Venzaghi di Busto Arsizio, al calzificio milanese Capini. Poi la naja vera in Marina, durante la quale fu assegnato a Taranto in forza ai sommergibilisti, «una bella destinazione, sono claustrofobico».
Rispetto alla giovinezza e alla maturità, il lavoro nel settore del dettaglio tessile è mutato radicalmente. La combinazione di e-commerce e di grande distribuzione ha spaventosamente contratto i margini di attività del negozio tradizionale. «Pensi – precisa il patriarca – che ci sono clienti che vengono a vedere gli articoli e vogliono fotografarli per andarli poi a comprare sul computer!».
«Ci salvano due fattori – racconta Sessi – siamo un’azienda familiare, che riesce quindi a contenere i costi di gestione, e abbiamo una clientela affezionata, per buona parte over 50. Mi rattrista vedere quanti negozi storici hanno abbassato le serrande».
Livio Sessi resiste anche sulla gamma: tiene solo marchi nazionali. La sua narrazione diventa uno spaccato sociologico: si vendono meno corredi perché è calato il numero dei matrimoni. E allora avanti con piumini, coperte, trapunte, tende da sole, biancheria uomo/donna. —
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