La Borsa-merci di Transpobank: stop ai Tir vuoti che inquinano
TRIESTE La strada è la via principale per movimentare le merci al punto che nel 2016 secondo i dati Eurostat in tutta l’Unione europea circolavano 6,5 milioni di camion in grado di trasportare il 72% dei prodotti, un numero che in Italia arriva a quasi il 90%. Capitava però spesso che alcuni mezzi si trovassero a viaggiare a mezzo carico, o addirittura a rimorchio vuoto, aumentando il traffico e l’inquinamento. La sfida di Transpobank, nata in Lombardia ma sviluppatasi a Trieste, è stata quella di creare la prima “borsa carichi”, ovvero uno strumento per incrociare domande e offerta riducendo i viaggi a “vuoto” di camion ottimizzando così costi e consumi. L’azienda nasce nel 1988, ma diventa operativa il 15 marzo dell’anno dopo, per l’arrivo in Area Science Park ci vorranno poi altri 10 anni.
A Trieste Transpobank ha sviluppato, e sta sviluppando, gli strumenti che oggi le consentono di essere competitiva sul mercato puntando sull’innovazione come ad esempio il servizio di Tracking. Il sistema della “borsa carichi” è quello che consente di incrociare la domanda con l’offerta, un meccanismo nato quando il trasporto su gomma era visto come un qualcosa di indispensabile a differenza di oggi dove viene vissuto con spirito critico per diverse questioni legate all’inquinamento, al traffico eccessivo e alla sicurezza. In questo senso in un futuro prossimo non è impensabile immaginare camion elettrici guidati da remoto che viaggiano in fila indiana su binari immaginari.
Si tratta però di una visione ancora lontana, la realtà sono mezzi pesanti sempre più evoluti tecnologicamente che possono essere “sorvegliati” da lontano. Incrociando domanda e offerta spedizionieri e padroncini riescono a sfruttare ogni singolo chilometro per far fronte anche ai costi del carburante, sempre volatili, e delle autostrade. Transpobank oggi può contare su un parco di oltre 100 mila veicoli che gli spedizionieri possono ricercare sulla piattaforma dedicata, il cui accesso è a pagamento, dove possono trovare le possibilità offerte direttamente dalle azienda o proporsi alle stesse.
In sostanza se una ditta ha la necessità di trasportare un carico troppo piccolo per un camion e troppo grande per un furgone, può contattare una società che magari ha ancora disponibilità di carico su una tratta simile. La prima tecnologia che ha consentito la creazione di questa piattaforma era la rete Videotel della Sip, praticamente il trisavolo del nostro pc di casa, un terminale collegato attraverso una linea telefonica che consentiva il passaggio di informazioni nella rete. Oggi le nuove tecnologie hanno cancellato un sistema che all’epoca appariva all’avanguardia e tra telefonini, tablet e satellitari è possibile avere anche la situazione di un camion in tempo reale. Il tracking, il secondo filone innovativo studiato all’area di ricerca, consente di poter valutare la situazione istantanea di una motrice, i consumi, la movimentazione e, una delle ultime novità, il controllo dei dati del cronotachigrafo. Grazie a questi nuovi strumenti le ditte che hanno i mezzi in giro per tutta Europa possono avere informazioni in tempo reale senza le necessità di bloccare i mezzi o indirizzali in officine convenzionate. —
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