La bora spazza via finestre nella caserma nuova di zecca
Se il buongiorno si vede dal mattino, per la caserma della Polizia stradale in via Mascagni si annunciano tempi decisamente difficili. La struttura, nuova di zecca e fresca di lavori costati oltre 7,5 milioni di euro, non ha retto infatti all’onda d’urto delle raffiche di Bora dei giorni scorsi. E, ad appena due settimane dalla consegna ufficiale e dal passaggio di proprietà dal Comune all’Agenzia del Demanio, si ritrova già ad avere bisogno di nuove “cure”. Lo denunciano i vertici del sindacato di polizia Silp-Cgil, che chiedono ora di fare piena chiarezza sulle responsabilità. «Perché è inaccettabile - attacca il segretario provinciale Alfredo Costantini - che un’opera costata così tanti soldi alle tasche dei cittadini, soccomba in questo modo davanti alla prima difficoltà atmosferica».
L’accusa del sindacato è accompagnata da un puntuale elenco dei danni subiti dall’edificio e accertati, precisa Costantini, nel corso di un sopralluogo. La Bora («evento di certo non rarissimo a Trieste», ironizza il sindacato), ha divelto la bellezza di tre porte finestre con vetri antisfondamento e una finestra collegata al sistema antincendio posizionata al terzo piano. E non finisce qui. Sul campo sono cadute anche una porta interna di uno dei tre appartamenti ricavati all’ultimo piano dello stabile, e quattro delle grandi piastrelle posate sul lastrico solare, dal lato dell’ingresso carraio. Infine, ciliegina sulla torta, si è sollevata buona parte del controsoffitto realizzato al terzo piano.
Abbastanza insomma, secondo la sigla sindacale, per gridare allo scandalo. «E pensare che già in passato avevamo chiesto al Comune copia della documentazione relativa alla congruità dell’opera, collaudi e certificazioni comprese, senza però ottenere riscontri - ricorda Costantini -. Così come senza risposta è rimasta anche la richiesta di incontro con l’assessore ai Lavori pubblici».
Il messaggio, insomma, è fin troppo chiaro: noi vi avevamo messi in guardia, ora non siamo disposti a fare sconti. «Chiediamo pubblicamente che vengano individuati i responsabili di quanto accaduto - prosegue il sindacato -. Quando il Comune affida dei lavori, chi vince l’appalto ha il dovere di eseguirli a regola d’arte. Se ci sono stati degli errori, la colpa o è del progettista o è della ditta che ha svolto l’intervento, o addirittura del direttore dei lavori che non ha sorvegliato e contestato eventuali anomalie. Ci rivolgiamo quindi non solo a chi ha eseguito l’intervento ma anche a chi è pagato per vigilare».
Da parte sua l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Andrea Dapretto, ridimensiona il caso. «Non ho evidenza di eventuali danni subiti dalla caserma di via Mascagni, perché nessuno ce li ha segnalati - spiega -. Faremo comunque delle verifiche per capire, nel caso in cui si siano verificati problemi, se ci sono responsabilità da parte delle ditte che hanno eseguito i lavori. I cantieri, comunque, vanno così: non è raro che emerga qualche criticità a posteriori. Dev’essere chiaro però un concetto: il Comune, per quanto di sua competenza, ha fatto tutto ciò che doveva fare. All’atto della consegna dell’immobile è stato redatto il verbale tecnico, esaminato approvato anche dalla “controparte”, cioè l’Agenzia del Demanio, che ha quindi ritenuto che i lavori fossero eseguiti in buona regola d’arte. Ora quell’edificio non è più di nostra competenza - conclude Dapretto - per cui la vigilanza spetta al nuovo proprietario».
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