La Bora mette “paura” alla Queen Victoria
Il 30 luglio lo aveva fatto la Seven Seas Mariner, il 7 settembre stava per farlo la Thomson celebration, ieri l’ha rifatto la Queen Victoria con 2mila passeggeri a bordo: dietrofront a poche centinaia di metri dall’ormeggio della Stazione marittima. Colpevole, in tutti e tre i casi la bora e la stagione crocieristica triestina che già di per sè non è che abbondi di toccate, ulteriormente falcidiata. Per la Queen Victoria doveva essere il secondo approdo stagionale nel porto triestino. Aveva lasciato un gran ricordo perché quel 18 luglio, giornata rovente e senza vento in cui era arrivata era un sabato ed era giunta pressoché contemporaneamente a Costa Mediterranea. Le due navi avevano effettuato assieme, ai due lati della Marittima, operazioni di homeport, evento mai verificatosi nella storia triestina, con una movimentazione complessiva, nel giro di poche ore di ben 7mila 500 crocieristi. Ieri mattina, sotto la bora sferzante, è stata vista avvicinarsi all’ormeggio, fermarsi a 400 metri di distanza, sostare in rada per poi rimettere la prua verso Sud in attesa di attraccare presumibilmente stamattina a Venezia, ma senza più tornare a Trieste dove il comandante inglese non se l’è sentita di attraccare con la bora.
«Anche in questo caso - afferma Franco Napp amministratore delegato di Trieste terminal passeggeri - si è trattato di una decisione del comandante che può essere considerata opinabile. L’intervento dei rimorchiatori se fatto per ragioni di sicurezza non carica i costi sulle compagnie e noi oltretutto avevamo anche proposto un approdo alternativo: l’ormeggio 57 alla radice del Molo Settimo, ma non l’abbiamo convinto». Franco Tonelli, capo dei Piloti del porto spiega come sono andate le cose: «Il pilota era già a bordo e il rimorchiatore era stato agganciato, ma a 400 metri dall’ormeggio l’anemometro di bordo ha rilevato una raffica a 52 nodi che ha impensierito il comandante della nave. Durante la sosta in rada la bora continuava a soffiare sui 50 nodi, ma secondo noi si poteva ormeggiare in totale, tranquilla sicurezza e fino a quattro anni fa così sarebbe stato fatto». Troppo facile ricordare cos’è accaduto il 13 gennaio 2012 e cioé il naufragio della Costa Concordia. «Da allora - spiega Tonelli - direttive internazionali impartite ai comandanti di tutte le navi passeggeri impongono maggiore prudenza. In subordine c’è anche un altro fatto: oggi a parte che comunque tutti i passeggeri sono armati di videocamere e macchine fotografiche, basta un i-phone per riprendere una manovra errata ed essere sbeffeggiati su youtube. Per cui quelli che una volta sarebbero stati definiti eccessi di prudenza vanno compresi».
Voci popolari, estranee al mestiere a dire la verità, sostengono che il dolphin (la piattafoma installata a un centinaio di metri dal Molo Bersaglieri) collocato dall’Autorità portuale proprio per consentire ormeggi di sicurezza alle navi da 300 metri, ostacolerebbero le manovre di ormeggio. Eventualità bollata come ridicola da Napp e Tonelli.
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