La biblioteca Mattioni centro culturale e sociale di Borgo San Sergio

Inaugurata nel 2007 in un’ala della vecchia scuola elementare la struttura è molto frequentata. E c’è chi viene da altre zone della città

Francesco Bercic
La bibliotecaria Serena Miniussi parla con la redazione del Piccolo. Fotoservizio di Andrea Lasorte
La bibliotecaria Serena Miniussi parla con la redazione del Piccolo. Fotoservizio di Andrea Lasorte

TRIESTE Con il suo caratteristico color mattone e l’aspetto semplice e curato, la biblioteca comunale Stelio Mattioni si presta a essere una vetrina perfetta per Borgo San Sergio e un simbolo della sua recente trasformazione. L’edificio che ieri ha ospitato la riunione di redazione in esterna del Piccolo è diventato, soprattutto negli ultimi anni, un punto d’incontro sociale oltreché un centro di studio e cultura per il quartiere, accogliendo al suo interno anche persone provenienti da altre zone della città.

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I giornalisti del Piccolo e gli abitanti nella riunione in esterna a Borgo San Sergio. Foto Lasorte

Serena Miniussi, referente della biblioteca, ha seguito passo dopo passo la sua evoluzione, incoraggiandone il radicamento sul territorio. È lei a illustrare le varie metamorfosi della struttura e, in generale, dell’area circostante.

La storia dell’edificio affonda le sue radici nelle origini di Borgo San Sergio, ai tempi dei progetti di Rogers (anni Cinquanta del Novecento) non tradotti completamente in realtà. Nel comprensorio in cui oggi sorge la biblioteca si trovavano, all’inizio, alcune aule della scuola elementare fratelli Visintini. Poi, alla fine del Novecento, la scuola primaria è stata accorpata all’istituto Roli di via Forti, sede che ricopre anche adesso. E la struttura, pertanto, è caduta in uno stato di sostanziale abbandono, rimanendo a disposizione come deposito.

Non tutto l’edificio, però, è incorso nello stesso destino. La parte retrostante, un tempo palestra della scuola elementare, è stata data in concessione alle società sportive, scongiurando così una fine ingloriosa.

La svolta, in ogni caso, è arrivata nel 2007. Se la palestra ha continuato a essere utilizzata fino ad oggi, gli spazi anteriori – assieme al giardino – sono stati risollevati grazie al progetto Urban, che ha convertito l’ex scuola in biblioteca comunale. «Di solito il progetto Urban viene associato soltanto al centro città – osserva sorridendo Miniussi – ma ha avuto delle conseguenze importanti anche nelle periferie».

I lavori hanno portato a una ricostruzione parziale dell’edificio originario e, soprattutto, hanno finito per ridisegnare l’assetto di tutta la zona. La configurazione assunta è quella mantenuta tuttora, nella quale a ogni edificio è associato un colore specifico. C’è, anzitutto, la biblioteca dalla tinta marrone; accanto a questa, la scuola dell’infanzia Tre Casette dalla tonalità gialla; poco più in su, l’asilo nido Colibrì identificato dall’azzurro.

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Inutile dire che la possibilità di usufruire di un complesso scolastico ed educativo del genere ha dato una spinta fondamentale alla qualità della vita di Borgo San Sergio. «L’apertura della biblioteca, in particolare, è stata vissuta con grandissimo entusiasmo», racconta Miniussi: «Ancora quando si stavano svolgendo i lavori – prosegue – se il portone rimaneva aperto c’era sempre qualcuno che si affacciava e provava a entrare».

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La riflessione di Miniussi, però, approfondisce ulteriormente i motivi di questo entusiasmo. Dietro, infatti, non c’è soltanto la curiosità che si deve a ogni progetto innovativo, bensì qualcosa di più sottile, legata all’identità di Borgo San Sergio. «La biblioteca – osserva Miniussi – a differenza di un supermercato o di una farmacia, che sono servizi indispensabili, portava con sé un messaggio diverso». E questo messaggio conteneva «il riconoscimento di non essere cittadini “di serie b”, ma di avere diritto come gli altri a poter usufruire di un luogo dove leggere o studiare».

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Ecco perché la biblioteca Stelio Mattioni rappresenta simbolicamente la «svolta» di Borgo San Sergio. La cura degli spazi interni ed esterni, la quantità ingente di persone che si avvale ogni giorno dei suoi servizi, sono tutte conferme di quel cambiamento.

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