La Belem al molo IV portata da tre amici ex allievi del Nautico

Diminich, Dopuggi e Zenchi si diplomarono nel 1960 Sono gli autori dell’arrivo della nave-monumento a Trieste
Di Giovanni Tomasin

La linea elegante della goletta a tre alberi Belem, ex Giorgio Cini, sfilerà nel golfo di Trieste per approdare al molo IV nell’aprile prossimo. L’occasione sarà il 260esimo anniversario di vita dell’Istituto Nautico di Trieste. Il suo arrivo, però, è stato reso possibile proprio da tre ex studenti, che hanno deciso così di rendere omaggio alla loro scuola e alla loro città: una storia segnata dall’amicizia e dalla passione per il mare.

Rino Diminich, Claudio Dopuggi e Stefano Zenchi si conoscono praticamente da sempre. Diminich, con l’atteggiamento e lo sguardo aperto di chi ha una familiarità decennale con le onde e gli oceani, racconta: «Ci siamo diplomati nel 1960. Io e Dopuggi ci imbarcammo subito come capitani di macchina sulle navi mercantili. Zenchi, prima di intraprendere la carriera marinara, andò qualche giorno in vacanza in Svizzera presso il padre, che lavorava alla costruzione di una raffineria di petrolio». Quella vacanza estiva avrebbe avuto risvolti inaspettati per Zenchi: «Si fermò lì per un lavoretto estivo, senza sapere che poi sarebbe rimasto a lavorare alla raffineria fino alla pensione. Non si è mai reciso, però, il suo legame con il mare e con Trieste». Nel frattempo Diminich e Dopuggi continuavano a navigare: «Erano anni in cui le navi fermavano diversi giorni in porto per le operazioni di scarico - ricorda Diminich -. Avevamo l’occasione di conoscere i Paesi in cui facevamo tappa: ho navigato dalla Cina al Messico, terra che ricordo con piacere. La povertà più impressionante, invece, l’ho vista in India». Conclusi gli anni di navigazione Diminich e Dopuggi tornarono a mettere radici a Trieste, facendo carriera alla Siot il primo e alla Grandi motori il secondo.

Per qualche anno i tre amici si sono persi di vista ma poi, grazie anche al computer, si sono ritrovati. «Un giorno Zenchi ha trovato tra gli annunci commerciali l’avviso di una crociera sulla Belem e ha deciso di partecipare - spiega Diminich -. Esperienza che ha ripetuto più volte anche assieme alla figlia».

Oggigiorno la Belem è una nave-monumento, gestita da una fondazione francese che organizza crociere in cui gli ospiti fanno anche da equipaggio. Un tempo, però, era la nave scuola della Fondazione benefica Giorgio Cini, dedicata ai giovani che volevano intraprendere la carriera marinara. E aveva ancora il nome di “Giorgio Cini” quando Zenchi l’aveva incrociata per la prima volta: «Al quarto anno del Nautico Zenchi aveva fatto un viaggio su quel veliero - racconta Diminich -, mentre io ne avevo fatto uno d’istruzione sulla nave commerciale Giorgio Cini II».

Durante una delle loro periodiche cene, ai tre amici viene l’idea di portare a Trieste quella nave che, in un modo o nell’altro, ha avuto un ruolo nelle loro storie: «Zenchi ci ha messo al corrente del fatto che, dopo tanti anni, la Belem ha programmato una crociera a Venezia. Ha lanciato l’idea di contattare la Fondazione Belem, che lui conosce bene, per prolungare il viaggio fino a Trieste».

Il compito non era semplice: una tappa della Belem è un evento impegnativo dal punto di vista dell’organizzazione e dei fondi. «Abbiamo pensato che soltanto il preside del Nautico Raffaele Marchione e il vicepreside Manuel Urcia potevano farlo, e loro hanno benevolmente accolto l’idea». È nato così uno degli eventi più spettacolari del 260esimo anniversario del Nautico, che vedrà la Belem al molo IV il 12 e il 13 aprile. Una bella soddisfazione per i tre amici.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo