La beffa delle accise sull’energia elettrica

TRIESTE
Si apre un altro fronte tra Regione e governo Monti. Stavolta il contendere riguarda le aliquote delle accise sull’energia elettrica, con il Friuli Venezia Giulia, come pure le altre “speciali” beffato da una doppia imposizione. E con l’amministrazione regionale che, in attesa di un intervento correttivo del Consiglio del ministri, prepara una manovra da 30 milioni di euro a tutela delle mancate entrate degli enti locali. La specialità come boomerang. Accade che dal primo gennaio di quest’anno aumentano, su tutto il territorio nazionale, le aliquote delle accise sull’energia elettrica impiegata nelle abitazioni (0,0227 euro per ogni Kilowatt) e, si legge nell’articolato della burocrazia, «in locali e luoghi diversi dalle abitazioni» (0,0121). Così hanno deciso due decreti emanati in chiusura di 2011 dal ministero dell’Economia e delle Finanze, in attuazione dei decreti Dl 23 e 68 dello scorso anno, recependo in tal modo le direttive comunitarie che escludono una possibilità di operare su questa materia differenziazioni tra le Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale. Ma, ecco la beffa, mentre nel resto del territorio nazionale hanno cessato di essere applicate, con la medesima decorrenza, le addizionali comunale e provinciale all'accisa sull'energia elettrica, non ne è stata contestualmente prevista la soppressione nelle Regioni autonome e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano. Risultato? Cittadini e imprese anche del Friuli Venezia Giulia, in assenza di un intervento regionale, peraltro annunciato da Sandra Savino, si troverebbero sottoposti a una duplice imposizione. Amara scoperta d’inizio anno cui Renzo Tondo e l’assessore alle Finanze cercano di porre rimedio scrivendo immediatamente a Roma. La Regione, si legge in una nota dell’assessorato, «si è attivata presso la presidenza del Consiglio dei ministri per ottenere l’immediata cessazione di un’ingiustificata e inammissibile discriminazione nei confronti dei cittadini e delle imprese del Friuli Venezia Giulia, i quali, oltre a partecipare ai sacrifici imposti dalle recenti manovre nazionali, rischierebbero di vedersi paradossalmente penalizzati dalla stessa specialità che dovrebbe tutelarli». Scartata l’opzione di tassare due volte gli utenti, la Regione pensa anche al dopo. «La cessazione della disparità nei confronti di cittadini e imprese non comporterà alcun riflesso negativo sui bilanci comunali e provinciali in corso di predisposizione – spiega Savino –, in quanto predisporremo tempestivamente i provvedimenti necessari ad assicurare le opportune misure compensative». Nulla di diverso che una manovra quantificata in circa 30 milioni. Savino, nell’attesa di un chiarimento rimano, chiederà inoltre al ministero lo slittamento della scadenza del 16 gennaio per le imprese chiamate a versare l’acconto sull’addizionale. (m.b.)
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