La beffa dei fondi scippati a Rozzol Melara e la rassegnazione dei comitati di residenti

Il portavoce Calabrese: «Davanti alle decisioni romane non possiamo far nulla». Scontro aperto tra parlamentari triestini
Lasorte Trieste 10/02/17 - Rione Cattinara, Melara, Comprensorio Rozzol Melara
Lasorte Trieste 10/02/17 - Rione Cattinara, Melara, Comprensorio Rozzol Melara

TRIESTE Ha il sapore della beffa per gli abitanti di Rozzol Melara lo stop di due anni al Piano periferie contenuto nel decreto milleproroghe del governo. Un rinvio del bando che, nella zona del quadrilatero, potrebbe far saltare interventi per 18 milioni di euro. Il presidente del Comitato dei cittadini di Melara, Claudio Calabrese, è stato colto di sorpresa dalla notizia, ma preferisce essere cauto: «Non abbiamo ancora cominciato a discutere tra noi – afferma Calabrese -, ma sappiamo di non poter metter bocca nelle questioni del governo. Lo stop impatterà comunque su una lunga lista di interventi: da quelli attesi come ristrutturazioni e cambio degli infissi, a quelli più discussi come l’installazione di un impianto di riscaldamento centralizzato (opera che ha sempre trovato l'opposizione dei residenti, ndr)».

Più deciso, e ben più duro nei toni, il commento di un’altra realtà molto attiva nel rione, il sindacato dei pensionati Spi-Cgil del distretto di Rozzol-Melara. « Non è ammissibile che per fare propaganda su altri temi, il governo tagli progetti concreti a favore degli abitanti dei rioni periferici e di Melara. Di fronte a queste scelte inaccettabili del governo Lega- 5 Stelle, lo Spi chiede che i finanziamenti sostitutivi vengano garantiti con urgenza da parte del Comune e dalla Regione».

Intanto sulla decisione romana si infiamma lo scontro politico. A difendere la linea del governo ci pensa il grillino Stefano Patuanelli. «Non c'è nessuna intenzione da parte di questo esecutivo di penalizzare le periferie - afferma il capogruppo per il M5s al Senato -. Le minoranze parlamentari sono talmente ossessionate dal voler buttare tutto in gazzarra e dimenticano di aver votato tutte insieme appassionatamente per l'emendamento 13.2 del decreto Milleproroghe. Il quale non blocca fondi, semmai, come ha specificato anche il vicepremier Di Maio, ne agevola l'utilizzo per il futuro prossimo».

Il senatore, infatti, afferma che tramite il decreto è stata data la possibilità di utilizzare l'avanzo delle amministrazioni e che quindi tutti i Comuni avranno a disposizione 140 milioni di euro per l’anno 2018, 320 milioni di euro per l’anno 2019, 350 milioni di euro per l’anno 2020 e 220 milioni di euro per l’anno 2021.

Affermazioni contestate su tutta la linea dal dem Ettore Rosato, che definisce la mossa del governo giallo-blu «un errore molto grave». «Abbiamo già chiesto all’esecutivo di fare un passo indietro - afferma il vicepresidente della Camera - e lavoreremo per correggere questo blocco inspiegabile, perché le risorse per le periferie sono destinate alle aree più sensibili del nostro paese. Mi aspettavo mettessero più risorse, non che le togliessero». Sulla stessa linea la consigliere comunale Pd Antonella Grim. «A questo punto Massimiliano Fedriga deve dimostrae di saper fare il presidente di questa regione: si smarchi dalle scelte di questo governo».

Critica nei confronti dello stop ai fondi per le periferie anche Sandra Savino. «Daremo battaglia per impedire l'esproprio che governo e maggioranza con il Milleproroghe vorrebbero condurre ai danni dei Comuni sui fondi per le riqualificazioni della periferie - afferma la forzista -. Non consentiremo che, ancora una volta, a pagare le conseguenze della “razionalizzazione” delle risorse siano gli enti locali. Tagliare, senza peraltro definire un nuovo piano di sviluppo delle aree periferiche, è miope». —

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