La battaglia decisiva tra europeisti e scettici
Candidati a confronto su moneta unica, Schengen, integrazione e politica estera Illy lancia gli Stati Uniti d’Europa. Il Pd guarda ai Balcani. E il centrodestra si sfila. Domenica tutti al voto
TRIESTE. Riccardo Illy punta agli Stati Uniti d’Europa, Debora Serracchiani al consolidamento dei rapporti con i Balcani, Serena Pellegrino a una Ue «altra», con un «vero e proprio governo europeo controllato dall’europarlamento e democraticamente eletto», Stefano Patuanelli alla «ricostruzione del principio di Comunità che si è perso da Maastricht in poi». Il centrodestra? Non compare.
Come anticipato in conferenza stampa un paio di settimane fa, il centro studi economici e sociali “dialoghi Europei” è entrato nel cuore della campagna elettorale, sollecitando i principali candidati al Parlamento - centrosinistra, centrodestra, grillini e bersaniani -, a rispondere a sette domande su politica estera, integrazione europea, moneta unica, Schengen, Balcani occidentali, rapporti con i partiti comunitari e politiche fiscali e del commercio. Le risposte (diffuse nella pagine Fb di “dialoghi Europei”), fa sapere il presidente dell’associazione Štefan Cok, sono arrivate da dieci destinatari. Con l’indipendente Illy, la dem Serracchiani, la bersaniana Pellegrino e il pentastellato Patuanelli, nel report compaiono anche la segreteria regionale del Pd, Civica Popolare (con risposte del coordinatore della lista a Trieste Paolo Rovis), Fabio Omero (LeU), Silvia di Fonzo di Potere al Popolo e, esternamente all’area presa inizialmente in esame, l’europarlamentare Isabella De Monte e Luka Juri, candidato alla Camera per la Circoscrizione Estero di +Europa. «Volevamo lanciare un sasso nello stagno - commenta Cok - e l’operazione è servita a conoscere le idee almeno di una parte delle forze politiche che si presentano al voto del 4 marzo».
Silvano Trieste 18/06/2016 Preparazione dei Seggi Elettorali
Gli intervistati non si sono tirati indietro e hanno riempito una trentina di pagine con le loro posizioni. Tutte convintamente europeiste, con i distinguo del M5S e la totale contrarietà di Potere al Popolo. Patuanelli spiega che il percorso che muoveva dalla nascita della Comunità «ha deviato dal progetto iniziale arrivando a essere quasi esclusivamente una Unione monetaria», mentre Di Fonzo considera i trattati europei «incompatibili con la Costituzione» e insiste per «la regressione della globalizzazione per fare avanzare una democrazia fondata sulla eguaglianza sociale». E ancora, «dobbiamo uscire dalla Nato, smantellare le basi militari, annullare le missioni all’estero».
Sull’euro le posizioni sono altrettanto distinte. Illy, Serracchiani e il Pd danno atto alla moneta unica di avere portato all’Italia stabilità economica e inflazione e tassi di interesse ridotti, Civica Popolare parla di «scelta irreversibile», la sinistra, con Omero che richiama l’urgenza per l’Italia di entrare nel sentiero di riduzione del debito e Pellegrino che rileva l’effetto di una concorrenza al ribasso per il lavoro subordinato e autonomo, approva ma non trascura gli effetti negativi. Patuanelli, da parte sua, assicura che il M5S «si farà promotore di un’alleanza con l’Europa del sud per superare le politiche di austerità e rigore e per rivedere assurdi trattati che non hanno consentito al nostro Paese di crescere come avrebbe potuto».
Pollice alto dei più anche sul tema Schengen. «Un grande momento di coesione sociale ed economica», dice Illy incalzando per un «accordo condiviso» per il confine marittimo tra Croazia e Slovenia. «Una conquista di civiltà» e, per il Fvg, «più mobilità per lavoro e turismo», aggiunge Serracchiani. «La miglior rappresentazione di Un’Europa di pace e solidarietà» e «una delle maggiori realizzazioni dell’Ue», rimarcano anche Pd e Civica Popolare, con il favore pure di De Monte e di LeU all’entrata nella Ue della Croazia. Argomento su cui Patuanelli tuttavia avverte: «Vale il principio di sovranità e non ingerenza: è scelta autonoma di uno Stato intraprendere il percorso di adesione».
Risposte articolate anche sui Balcani. Serracchiani evidenzia l’appuntamento del 17 maggio a Sofia, un incontro dei 28 Paesi membri e dei 6 Paesi dei Balcani occidentali, «l’ultimo miglio da percorrere per unificare l’Europa». Porte aperte su questo fronte anche per la segreteria regionale del Pd, Civica Popolare, Juri, De Monte e Pellegrino. No secco invece di Di Fonzo a «politiche espansionistiche in una polveriera con l’unico scopo di aumentare il volume d’affare dei soliti noti».
L’economia, infine. Con il centrosinistra che mira a un forte aggancio europeo nelle politiche fiscali e il M5S che critica la politica attuata sinora in materia dalla Ue.
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