La Barcolana dei record stacca per Trieste un assegno da 75 milioni

TRIESTE Centinaia di migliaia di persone per le strade, quasi trentamila velisti impegnati fra la regata principale e le gare che l’hanno preceduta, un profluvio di gadget, abbigliamento tecnico, birre e panini. Per non parlare dei grandi contratti di sponsorizzazione e delle costose attrezzature acquistate dalle barche che si sono contese la palma del vincitore. È un fiume di milioni quello sfociato nel mare triestino grazie alla Barcolana 50, che soltanto con la sua festa popolare ha prodotto sul territorio ricadute per almeno 75 milioni, cui andranno sommati i movimenti economici dei grandi marchi e il ritorno di visibilità che Trieste potrà giocare nel tempo sul tavolo dell’attrazione turistica.
Le stime de Il Piccolo partono dalla valutazione di circa 500 mila presenze nel corso della settimana dell’evento. Se gli organizzatori parlano infatti di 300 mila persone ad assistere alla regata e 27 mila velisti impegnati solo domenica nel golfo di Trieste, il mezzo milione complessivo appare più che probabile considerando che la Barcolana si protrae ormai per nove giorni. Calcolando allora una spesa media a persona di 150 euro si arriva alla cifra monstre di 75 milioni, entrate nelle casse di albergatori, ristoratori, commercianti e gestori di servizi connessi alla nautica.
Che Trieste sia stata presa d’assalto lo dicono i 77 mila biglietti staccati da Trenitalia soltanto nell’ultimo weekend, cui corrispondono numeri ben più alti di persone giunte in automobile. Nel parcheggio appena inaugurato accanto al Porto Vecchio, si è registrata la presenza di 300 camper. Continuando coi numeri, il Vespucci ha avuto 22 mila visite in tre giorni e oltre 100 mila persone sono entrate nello stand di Trenitalia in piazza Unità. Quanto alle barche, su 2.689 scafi iscritti, 1.220 erano provenienti dal Friuli Venezia Giulia: si calcola allora che almeno 14 mila marinai siano giunti da fuori, magari con al seguito i familiari rimasti ad assistere a terra.
Gli organizzatori non si sbilanciano sulle ricadute economiche di questi flussi, limitandosi a osservare che l’affollamento sia cominciato per la prima volta da giovedì, con presenze dunque non più limitate al fine settimana. Seppur spannometrico, il conteggio va basato allora sulle stime delle categorie economiche più vicine. A cominciare dagli albergatori, secondo cui chi ha pernottato in città ha speso circa 200 euro al giorno tra stanza e consumi vari. Lo spiega Guerrino Lanci, presidente di Federalberghi Trieste, che racconta del «sostanziale tutto esaurito nelle notti di venerdì a sabato: solo in città calcoliamo prudenzialmente 10 mila persone per notte e si è registrato il tutto esaurito praticamente fino a Grado e in località come Capodistria e Portorose. Ovviamente le spesa pro capite è stata variabile, ma durante i grandi eventi stimiamo che sia di 200 euro a persona al giorno, tra albergo, pasti e shopping». Circa 4 milioni soltanto per chi ha dormito a Trieste nel weekend clou, cui si aggiunge chi per ragioni di lavoro connesse all’evento si è fermato in città più a lungo.
Ma le presenze sono state infinitamente di più, fra triestini coinvolti nella festa e persone provenienti da Fvg e Slovenia in giornata. I conti li fanno anche i pubblici esercenti della Fipe, con Bruno Vesnaver: «Locali e gazebo stracolmi, giornate calde in cui mangiare all’aperto. Ma visto tante presenze a Trieste. Un turismo che spende, perché ha possibilità economica: stimiamo una media di 60 euro al giorno a persona, soltanto per pasti, caffè e bevute serali».
Difficile pensare che a questa somma i turisti del grande evento non abbiano aggiunto l’acquisto di qualche ricordo, tanto più che l’organizzazione comunica di aver finito le classiche polo già venerdì e di aver dovuto vendere perfino le tazze campione esposte negli stand. Tutto esaurito anche per il famoso poster di Marina Abramović, che oggi su internet si trova in vendita da privati già al doppio del suo prezzo. E per chi si è limitato magari a un panino, qualche birra e all’acquisto di un berretto, c’è chi ha prenotato tre notti in albergo di lusso e sostenuto i costi dell’ormeggio in marina.
I conti medi si arricchiscono anche di altre voci. Biglietti del treno, pedaggi autostradali, servizi nautici richiesti dai partecipanti più o meno illustri: l’organizzazione stima 500 euro spesi per ogni barca, dai campioni che hanno equipaggiato i propri scafi con vele da decine di migliaia di euro ai marinai della domenica che hanno aggiornato estintori e razzi di segnalazione. Per non parlare delle riparazioni che dovranno essere effettuate per le collisioni che si verificano puntuali ogni anno. E avanti con i catering organizzati per le feste degli sponsor, il montaggio dei gazebo, gli affitti pagati per una presenza commerciale nel Villaggio Barcolana, i 300 mila euro incassati dalla Svbg per le iscrizioni, le sponsorizzazioni da decine di migliaia di euro apposte sulle barche più prestigiose.
L’ultimo valore, non calcolabile ma di sicura rendita, è la visibilità garantita alla città. Per Paolo Gurisatti, docente di Economia regionale all’Università di Venezia, «oltre all’impatto su commercio e servizi, c’è quello indiretto che dura tutto l’anno, con la visibilità sui media e conseguenti presenze successive stimolate dall’identità che una manifestazione come Barcolana aiuta a creare».
Riproduzione riservata © Il Piccolo