La bambina contesa affidata al padre
La storia era emersa in tutta la sua complessità nei giorni scorsi. Una bambina di sei anni, assieme alla madre, aveva vissuto per parecchio tempo in un’abitazione sita in provincia di Gorizia senza riscaldamento e senza acqua calda per potersi lavare. Una situazione di indigenza conclamata determinata - secondo l’accusa dell’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano del Foro di Trieste - da un debito pregresso non onorato dal padre. Peraltro, la coppia sta per divorziare. La madre, così, aveva chiesto al Tribunale di Gorizia di potersi trasferire a 400 chilometri di distanza, a casa dei propri genitori. Aveva fatto più istanze, tutte rigettate. Poi, la decisione di andarsene ugualmente, in Lombardia.
Nei giorni scorsi, il giudice (con una decisione che il legale non esita a definire «incredibile») ha deciso di affidare la minore al padre. «L’allontanamento della minore, in violazione di due provvedimenti di questo Tribunale che avevano respinto le richieste di autorizzazione al trasferimento della bambina senza che nemmeno l’impedimento alla frequenza della scuola dell’obbligo abbia posto alcuna remora, oltre a risultare in netto contrasto con il diritto della minore a mantenere rapporti equilibrati e significativi con il padre, suscita seri dubbi in ordine alla capacità genitoriale della madre, sotto il profilo dell’attitudine a promuovere il ruolo dell’altro genitore», si legge in un passaggio del provvedimento. In un altro, invece, si evidenzia come «a causa di tale condotta materna, la figlia minore non frequenta dal novembre scorso la scuola primaria di una località isontina ed ha reciso ogni rapporto con l’ambiente nel quale è cresciuta».
Si impone, quindi, alla madre anche di contribuire «al mantenimento della figlia minore mediante versamento al padre, entro il giorno cinque di ogni mese, dell’importo mensile di 120 euro, soggetto a rivalutazione automatica secondo gli indici Istat» nonché di «concorrere nella misura del 50% nelle spese straordinarie da sostenersi nell’interesse della figlia».
Forti le riserve dell’avvocato de’ Manzano. «Il giudice dispone il collocamento della minore dal padre anche se lo stesso ha già un procedimento penale per falso (patteggiato) e altri procedimenti in fase di indagini. Inoltre, non c’è stata alcuna consulenza tecnica per vedere chi fosse il genitore più idoneo al collocamento, così come sempre si fa».
Pertanto, la bambina dovrà lasciare la Lombardia e tornare a Gorizia con il padre. L’avvocato fa sapere che è stata presentata istanza urgente di sospensione del provvedimento al presidente, in sede di divorzio. «Non dobbiamo mai dimenticare che la madre è stata costretta a trasferirsi altrove perchè la casa familiare non era abitabile a causa dei debiti del marito».
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