La “babele” dei buoni pasto per i dipendenti di Palazzo
TRIESTE. A Trieste il badge elettronico. A Udine la versione cartacea. In giro per la Regione, capita ai forestali ma non solo, l’indennità di mensa in busta paga. Da quando, il primo luglio, potrebbe entrare in vigore la tesserina magnetica in sostituzione della carta, a Palazzo si rischia la babele dei buoni pasto, effetto combinato delle regole romane e delle novità introdotte nell’accordo tra amministrazione regionale e lavoratori raggiunto contestualmente a quello sulle premialità pregresse. Così almeno la presenta il forzista Rodolfo Ziberna in un’interrogazione.
I sindacati sanno che l’inizio di luglio potrebbe segnare l’avvio di un nuovo corso in materia di buoni pasto. In particolare si apre la possibilità di introdurre anche nell’ente Regione il badge elettronico, una soluzione che, contrariamente al buono cartaceo, ha visto aumentare in legge di Stabilità il limite di esenzione fiscale da 5,29 a 7 euro. Una buona notizia che non cancella lo scetticismo sulla fattibilità dell’operazione. A preoccupare sono in particolare i problemi tecnici di gestione da parte di commercianti ed esercenti, oltre che eventuali restrizioni su quando, dove e che cosa mangiare. «Il vantaggio di carattere fiscale è ovviamente positivo - dice Andrea Fumis della Cgil -, ma non devono emergere limitazioni sull’utilizzo della card. Dopo che siamo passati dall’indennità di mensa al buono cartaceo, una penalizzazione per tutti, non sarebbe accettabile trovarci di fronte a un miglioramento sul fronte tasse accompagnato però dall’impossibilità di vedere erogato correttamente il servizio». Anche Massimo Bevilacqua della Cisl è prudente: «L’ipotesi è prevista nell’intesa, ma su tutto ciò che riguarda l’organizzazione dobbiamo confrontarci con la Regione. Qualsiasi modifica andrà concordata».
Dagli uffici della direzione generale ci si affretta peraltro a non alimentare tensioni. Una partenza con il badge a luglio in forma sperimentale «è improbabile», si precisa, dato che sono al momento «appena iniziate le verifiche del servizio garantito da “Day Ristoservice”», la società che ha vinto la gara. Insomma, «nulla è stato ancora deciso», come scrive anche in una nota di chiarimento il direttore generale Roberto Finardi alla Cisal.
Ziberna però incalza. Il consigliere azzurro parla di «gestione schizofrenica dei rimborsi». Cita tre sistemi: «A Trieste ci saranno le tessere elettroniche che, utilizzate come bancomat, permetteranno di consumare i pasti nei pochi ristoranti dotati della strumentazione necessaria e probabilmente nella sola fascia oraria prevista per la pausa pranzo. A Udine continuerà la distribuzione dei buoni pasto cartacei, che perlomeno consentono un utilizzo più autonomo temporalmente. Per i dipendenti del Corpo forestale, della Protezione civile, dell'Ersa, di alcuni Uffici tavolari e degli uffici di via Montesanto a Gorizia verrà reintrodotta sul cedolino stipendiale l'indennità mensa che, d'incanto e all'improvviso, ritorna per magia fattibile». E dunque interroga chiedendo se non sarebbe «più utile, meno dispendioso e soprattutto più in linea con i principi di uguaglianza di trattamento di tutti i dipendenti il ripristino dell'indennità mensa nel cedolino paga per tutti, pur in parte decurtato».
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