L’11% dei bambini malati non viene portato al Burlo
I vertici del Burlo certificano la fuga dei pazienti. Ieri mattina, nella lunga Commissione comunale organizzata nella sede di via dell’Istria per tastare il polso dell’ospedale dopo quanto documentato dall’inchiesta del giornale, il management dell’Irccs ha portato un altro dato. Un numero destinato ad aggiungere ulteriori preoccupazioni per la sanità locale che già si trova a fare i conti con il calo di performance e l’addio di medici di prestigio dall’istituto: l’11% dei bambini residenti in Fvg, e che necessita di cure, viene trattato fuori regione.
Lo ha reso noto Renata De Candido, la direttrice sanitaria che prenderà il posto del direttore generale Mauro Melato in attesa della nomina del futuro dg. Si tratta di un totale di 1.473 casi registrati nel 2013. Ricoveri programmati, più che urgenze. «Non ne conosciamo le motivazioni», ha detto De Candido precisando a margine dell’incontro che non è una fuga che si evidenzia solo dal Burlo, «dal momento che in Fvg ci sono anche altre realtà pediatriche».
Va da sé che i genitori anziché scegliere di portare i figli nella rinomata struttura triestina, centro regionale, si recano altrove. «A volte può essere che per varie ragioni, anche di comodità, si preferisca appoggiarsi da altre parti – ha spiegato – pensiamo ad esempio a chi abita nelle zone poste lungo i confini regionali, come è normale che quanti stanno ad esempio in Slovenia vengano da noi. Comunque bisogna vedere se parliamo di cure di base o di alte specialità come l’oncologia, per cui sarebbe giusto che quei bambini venissero qui».
«Quando invece parliamo di cardiochirurgia o neurochirurgia – ha puntualizzato – è normale che si vada fuori visto che qui da noi, per i bambini piccolissimi, su questo non siamo attrezzati. I neonati che nascono con una malformazione cardiaca vengono mandati a Padova, ma noi ci facciamo carico di seguire il percorso: i casi sono diagnosticati qui e, una volta dimessi dopo l’intervento, li riprendiamo in carico. Questa è una cosa che ci valorizza comunque, perché non si può fare tutto».
Nell’audizione di ieri, alla presenza di Melato, consiglieri e sindacalisti, è stato confermato quanto già emerso in questi giorni: i tagli che hanno raggiunto i 4,5 milioni dal 2012 e la diminuzione delle prestazioni (dalle 284.054 del 2010 alle 254.253 del 2014), mentre nei ricoveri «non si evidenzia una variazione significativa negli ultimi anni e tra il 2013 e il 2014 la flessione è dell’1,3%», ha rilevato ancora De Candido. Il direttore generale, dal canto suo, ha ribadito che «i professionisti che se ne sono andati sono stati rimpiazzati da medici altrettanto validi».
La parola è passata poi innanzitutto alle forze sindacali, con Pierpaolo Brovedani (Cgil medici) che ha auspicato «un programma più alto per l’Irccs», quindi ai consiglieri. Dura la presa di posizione di Marino Andolina (Fds): «Ho lavorato 45 anni qui, ho la convinzione che il Burlo non sia più nemmeno un Irccs, nell’ultimo decennio la dirigenza ha lasciato decadere l’ospedale e fuggire i medici, con una parentopoli e favori personali che hanno cercato di supplire alla fuga. Ma qui ormai non c’è più nulla da fare».
Più difensiva Loredana Lepore (Pd): «I numeri sono invariati, non è vero quanto sostiene il giornale, anche se sicuramente la politica è stata miope». Così l’altro Pd Aureo Muzzi: «È necessario riorganizzare la sanità per migliorarla. Sono sicuro che la Regione metterà il nuovo management in condizione di esprimere tutte le potenzialità del Burlo».
Marino Sossi (Sel) ha puntato il dito contro l’assessore Maria Sandra Telesca: «Da quanto ho letto nell’intervista sembrava una turista che passa in regione per caso». Everest Bertoli (Fi) ha spostato l’accento sulla riduzione di fondi: «Il sindaco non cerchi di nascondere la drammaticità dei tagli imposti alla sanità triestina dalla Regione, scagliandosi contro il management».
La commissione preparerà un documento congiunto per sollecitare la giunta Serracchiani a fornire ulteriori chiarimenti su quanto apparso in questi giorni, oltre che per garantire un preciso impegno nei confronti dell’Irccs. E sempre dalla giunta Telesca si è detta disponibile a riferire del “caso” Burlo in Consiglio comunale.
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