Kurz in visita a Lubiana: linea comune su Covid e migranti
TRIESTE Approccio comune europeo alla lotta al coronavirus e alle migrazioni illegali: su questa linea è risultata pressoché totale la comunanza di visioni fra il primo ministro sloveno Janez Jansa e il collega austriaco, il cancelliere Sebastian Kurz, in visita oggi a Lubiana. Durante la conferenza stampa seguita alla riunione di lavoro i due capi di governo hanno espresso contrarietà all'idea di nuove chiusure della vita pubblica e dell'economia il prossimo autunno, in caso di una seconda ondata epidemica, anche perché secondo Kurz si vede già la «luce in fondo al tunnel». Jansa ha sottolineato che il pericolo dell'epidemia non è finito, ma bisogna adottare le giuste misure a livello unitario europeo per una vita il più normale possibile.
Stesso approccio per la lotta contro la migrazione illegale, perché la protezione delle frontiere esterne europee passa anche per l'assistenza ai paesi più vulnerabili, come la Grecia, «in modo da evitare uno scenario simile a quello che ha scosso l'Europa nel 2015», ha osservato Jansa. Il cancelliere austriaco, che ha compiuto in Slovenia la prima visita bilaterale all'estero dall'inizio della pandemia, ha al tempo stesso sottolineato la «necessità di un'Europa più forte e più competitiva in un mondo globalizzato.
In giornata Kurz ha incontrato anche il presidente sloveno Borut Pahor, con il quale ha parlato delle celebrazioni per il centenario del plebiscito della Carinzia, il referendum che nel 1920 sancì l'unità della Carinzia sud-orientale e confermò la sovranità austriaca sulla regione, nonostante una consistente presenza della minoranza slovena. Secondo quanto riferito dalla presidenza, Pahor ha ricordato a Kurz le recenti celebrazioni per la restituzione alla minoranza slovena in Italia del Narodni Dom di Trieste, a cento anni dall'incendio dell'edificio, auspicando un evento simile a Klagenfurt, con un alto valore simbolico per le relazioni tra Austria e Slovenia.
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