“Krško 2”, è giallo sui legami del consigliere del premier sloveno
BELGRADO La Slovenia annuncia l’obiettivo a lungo termine dell’acquisizione di un secondo reattore per l’unica centrale nucleare sul suolo nazionale, solleticando l’interesse di Usa, Russia e di altre potenze, come ha confermato lunedì il premier di Lubiana Marjan Šarec. Ma a stretto giro di posta emerge che uno degli uomini più vicini allo stesso primo ministro avrebbe cooptato una persona a libro paga di uno dei maggiori colossi del nucleare, con alta probabilità in corsa per il progetto.
È uno scenario politicamente sostenibile? Se lo chiedono in molti in questi giorni in Slovenia, dopo la pubblicazione di articoli e documenti che hanno messo implicitamente in dubbio l’imparzialità della leadership di Lubiana nella scelta di un partner per la realizzazione della possibile futura “Krško-2”. A lanciare la bomba è stato il popolare portale “Pozareport”, specializzato in denunce e inchieste, anche controverse, gestito dal giornalista Bojan Pozar.
Il portale ha rivelato, sulla base di «documenti ufficiali», che l’influente sottosegretario di Stato con delega alla sicurezza nazionale, Damir Crncec, ex alto esponente dell’intelligence e «braccio destro di Šarec», ha scelto lo scorso gennaio come nuova direttrice del suo think tank privato, l’Istituto per la Governance globale, tal Zvonka Truden, un nome sconosciuto ai più. Ma Pozar ha svelato che Truden sarebbe il «managing director» di un piccolo ufficio di rappresentanza a Krško della Westinghouse Electric Asia, una consociata della statunitense Westinghouse, lo stesso gigante che fornì la tecnologia nucleare alla centrale di Krško alla fine degli Anni Settanta e che produce ancora - messaggio inviato a Lubiana in giugno dal segretario Usa all’Energia, Rick Perry - i «migliori reattori». La nomina è avvenuta otto mesi prima della dichiarazione d’interesse di Lubiana, pronunciata a fine agosto da Šarec, per una “Krško-2”, fatto che fa sorgere qualche «sospetto che Crncec possa influenzare Šarec nello scegliere Westinghouse per la fornitura di equipaggiamenti per Krško»: così ha sintetizzato i dubbi generali l’agenzia di stampa slovena Sta.
Truden appare tuttavia essere un pesce piccolo, con i media di Lubiana – sui quali l’affare ha avuto forte eco - che l’hanno descritta come una semplice contabile, forse una banale “prestanome”. Ma «si tratta sicuramente dell’unica impiegata di Westinghouse in Slovenia e, da giornalista che conosce la scena politica e del business slovena, non credo che Crncec, ex direttore dei servizi e segretario di Stato, l’abbia scelta per caso, non siamo in un film di fantascienza», ribatte Pozar.
Pozareport ha chiesto intanto al premier Šarec se sussistano dei «rischi alla sicurezza associati con questi fatti» e quale sia «il ruolo di Crncec nella definizione delle politiche energetiche» della Slovenia. E la replica del gabinetto di Sarec non si è fatta attendere. Crncec ha «rispettato» tutti «i suoi obblighi relativi a integrità e prevenzione della corruzione», ha precisato il governo, citato ancora dalla Sta. Intanto il capo della Commissione per la prevenzione della corruzione (Kpk), Boris Stefanec, ha annunciato che studierà il caso alla ricerca di potenziali conflitti d’interesse. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo