Kraus: «Stop ai rigassificatori anche in Slovenia e Croazia»

L’assessore dopo il decreto del ministro Clini: «Un’altra localizzazione alternativa a Zaule? Non se ne parla». E lancia «un patto sulle infrastrutture» fra i tre Paesi
Di Silvio Maranzana

«Localizzazioni alternative non sono nemmeno da prendere in considerazione». Edi Kraus, che pure si era detto personalmente favorevole al rigassificatore ora taglia la testa al toro: «Cosa cambierebbe - commenta - spostarlo due km più in qua o cinque più in là? Non verrebbero certamente meno né la contrarietà né la perplessità chiaramente manifestate da tutte le amministrazioni locali». Secondo l’assessore che ha in mano le deleghe di tutti i settori economici cittadini, sono dunque inutili i 180 giorni di tempo che l’assessore all’Ambiente Corrado Clini ha dato a Gas Natural per proporre un’ubicazione diversa rispetto a Zaule. Ma Kraus che è anche imprenditore e fa parte della componente etnica slovena di Trieste va oltre, partendo dal presupposto che il primo luglio anche la Croazia entrerà nell’Unione europea. «La stessa contrarietà a livello di popolazione esiste - afferma - sia in Slovenia nei confronti di un progettato rigassificatore a Capodistria che in Croazia rispetto all’impianto ipotizzato sull’isola di Veglia. Approfittando del fatto che tutti e tre questi Paesi sono in fase di spending review, hanno popolazioni che dimostrano sensibilità ambientale, ma soprattutto fanno ormai parte integrante dell’Europa, concordiamo uno stop comune di tutti i nuovi impianti e inauguriamo una nuova era di sinergie». Ma in questo senso l’invito di Kraus va oltre i rigassificatori. «È un ragionamento che andrebbe esteso alle grandi opere estremamente dispendiose e fortememte impattanti. E allora diciamo congiuntamente stop sia alla Trieste-Divaccia che alla Capodistria-Divaccia, così come alla costruzione di nuovi terminal portuali. Consideriamo Trieste, Capodistria e Fiume un unico gate sfruttando al massimo per vantaggio reciproco le infrastrutture già esistenti eppure in alcuni casi sottoutilizzate».

E per la necessità di una nuova collaborazione con Slovenia e Croazia anche in campo energetico sotto l’ombrello dell’Unione europea si sbilancia anche la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, pur se con un approccio meno drastico da quello ora assunto da Kraus. «Si proponga la realizzazione di un unico terminal di rigassificazione, evidentemente in mezzo al mare - propone - da realizzarsi congiuntamente dai tre Paesi, che possa recare vantaggio a tutti e tre e che non crei situazioni di allarme ambientale». E quanto alla decisione del ministro Clini di sospendere per sei mesi l’efficacia della Valutazione d’impatto ambientale, parla di «decisione giusta, in coerenza con la posizione assunta anche dalla Provincia di contrarietà a un impianto ubicato a Zaule anche perché strozza lo sviluppo dei traffici portuali sui quali da sempre Trieste punta». Sulla decisione di Clini, pareri diversi dentro Sel. La deputata Susanna Pellegrino rileva che la mozione e l’interpellanza promosse da Sel con il Pd e il M5S «hanno messo a nudo le problematiche del rigassificatore di Trieste», mentre per Giulio Lauri «quella di Clini più che uno stop sembra solo una pausa elettorale. Più che uno sospensione - commenta - ci aspettavamo una revisione netta del parere già espresso». Anche Mario Marin (Idv) rileva che «piuttosto che ricercare un nuovo sito adatto a un vecchio progetto ormai superato sarebbe meglio valutare altre soluzioni».

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