Kitarovic elimina il busto di Tito dal suo ufficio
ZAGABRIA. L’annuncio lo aveva dato lei stessa poche ore prima, ribadendolo nel corso della sua visita a Berlino. Detto fatto: il busto di Tito è stato rimosso ieri - appunto su volontà della nuova presidente croata Kolinda Grabar Kitarovic - da una sala del Palazzo della Presidenza della Croazia, sontuosa villa costruita negli anni Sessanta proprio come residenza dell'ex leader jugoslavo a Zagabria.
Grabar Kitarovic, eletta lo scorso gennaio nelle file del partito conservatore Unione democratica croata (Hdz), all’opposizione, ha definito a varie riprese «dittatore comunista» il maresciallo Josip Broz, detto Tito, leader partigiano jugoslavo, e poi dal 1945 fino alla morte avvenuta nel 1980 capo indiscusso della Jugoslavia comunista. Secondo la presidente, il busto in marmo di Tito non dovrebbe avere posto nel palazzo presidenziale accanto alle sculture di altri illustri e noti personaggi della storia croata.
La decisione di rimuovere Tito proprio dalla villa costruita per lui, e poi diventata nel 1992 sede del presidente della Croazia, ha suscitato una valanga di polemiche e divisioni nell'opinione pubblica croata. Per molti Tito, nonostante i molti errori, rimane uno dei più grandi personaggi della storia del Paese, che ha guidato la resistenza antifascista dei popoli jugoslavi e poi nel 1948 ruppe con Stalin, diventando poi leader del Movimento dei non-allineati durante la Guerra Fredda e costruendo un tipo di società socialista molto meno oppressiva in paragone ai Paesi rimasti nell'orbita sovietica.
Per altri Tito non è stato altro che un feroce dittatore comunista, responsabile di migliaia di morti nelle repressioni e vendette sommarie contro i nemici nella guerra, tra cui molti croati. Il suo busto, insieme ad altre centinaia di oggetti e opere d'arte che gli appartennero è stato consegnato al museo che gestisce la sua casa natale, in un villaggio non lontano da Zagabria dove ogni anno per celebrare il suo compleanno si riuniscono migliaia di nostalgici dell'epoca socialista. Da notare che nessun presidente prima di Grabar Kitarovic ha voluto rimuovere il busto di Tito, incluso il nazionalista Franjo Tudjman, fondatore nel 1990 dell'Hdz, partito alla cui guida portò la Croazia all'indipendenza dalla Jugoslavia. Tudjman, che da giovane si unì ai partigiani di Tito e nel dopoguerra divenne suo generale e intellettuale comunista, per poi rompere con il regime negli anni Sessanta, aveva sempre valorizzato il contributo antifascista di Tito, reputandolo uno dei più grandi personaggi della Seconda guerra mondiale in Europa.
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