Kiev accusa la Danieli di aiutare la Russia, la replica: «È una fake news, mai fornito materiale bellico»

Il ministero della Difesa contro il Gruppo friulano. Il vicepresidente Alessandro Brussi: «Informazioni artatamente collegate fra loro e che forniscono un quadro distorto della realtà».

Elena Del Giudice

TRIESTE Il coinvolgimento della Danieli in attività di produzione di materiale bellico in Russia «è una fake news». È la risposta del presidente del Gruppo, Gianpietro Benedetti, raggiunto in Germania dalla notizia del tweet del ministero della Difesa ucraino che, riprendendo quanto diffuso da un’agenzia del paese, la Truman, accusa il colosso di collaborare con «stabilimenti russi fornendo attrezzature per la produzione di sottomarini nucleari e le corazze per i carri armati». Assente Benedetti, risponde Alessandro Brussi, vicepresidente del Gruppo.

Brussi, il tweet ha a che fare con Truman e quanto quell’agenzia sostiene da mesi?

«Per quanto sia possibile capire direi di sì. Quell’agenzia aveva diffuso una nota in cui faceva riferimento a alcuni impianti che la Danieli ha realizzato in Russia 6 o 7 anni fa».

Impianti per produrre acciaio per usi militari?

«Per produrre acciaio i cui impieghi possono essere i più diversi: da attrezzi chirurgici a edilizia, da automotive a componenti per treni. Immagino che per sottomarini nucleari e mezzi corazzati serva acciaio con caratteristiche specifiche che nessun cliente ci ha mai chiesto. Non siamo mai stati coinvolti in produzioni di materiale bellico, non fa parte della nostra specializzazione».

Danieli ha una società in Russia, Danieli Volga, che produce che cosa?

«Ricambi per impianti siderurgici, normali componenti soggetti a usura che periodicamente vanno sostituiti».

Continuate ad avere rapporti commerciali in Russia?

«Tutto il Gruppo Danieli opera nel rispetto delle disposizioni imposte da Governo italiano e Ue che hanno bloccato le attività. Non potrebbe essere diversamente. Sul mercato russo siamo fermi a eccezione di alcune piccole forniture per soggetti non colpiti da sanzioni».

Fornite acciaio alla Russia, o lo fa Danieli Volga?

«No. Danieli produce acciaio con Abs negli stabilimenti siti a Cargnacco e Croazia e quest’ultimo produce per l’azienda madre che lo vende anche all’estero ma non in Russia».

Ma avete venduto impianti in Russia.

«Noi vendiamo impianti in tutto il mondo. Credo non ci sia acciaieria nel mondo che non abbia al suo interno almeno un macchinario Danieli».

Potreste aver contribuito a realizzare un impianto che produce acciaio per i reattori di sottomarini nucleari.

«In teoria tutto è possibile, ma immagino che per quel genere di reattori sia richiesto l’acciaio inox, e non abbiamo prodotto impianti utili allo scopo. Può essere stato usato per i carri armati? Non ne ho idea. Sicuramente nel nostro portafoglio prodotti per le “corazze” di blindati non ci sono».

L’impegno umanitario di Danieli in Ucraina?

«In Ucraina il Gruppo ha un’azienda a Dnipro. La sede è stata chiusa e abbiamo organizzato un volo per portare in Italia mogli e figli dei nostri collaboratori, oltre un centinaio di persone da circa tre mesi ospiti della Danieli a Buttrio».

I rapporti con l’Ucraina come sono, o come erano?

«Direi estremamente proficui, prima dell’inizio delle ostilità insieme a Metinvest stavamo pianificando un importante investimento del Gruppo ucraino in Fvg».

Quindi la fake news da dove arriva?

«Credo da somma arbitraria e sbagliata di informazioni che sono state artatamente collegate fra loro e danno un quadro distorto della realtà».—

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