Katarina, da Lubiana al red carpet degli Oscar
di Arianna Boria
Il suo primo ruolo lo ottenne a tredici anni, in un film per la televisione slovena che si intitolava “Peklenski na›rt”, piano infernale. Tra qualche giorno sfilerà sul tappeto rosso del Kodak Theater di Los Angeles, insieme al cast di “The wolf of Wall Street”, il film di Martin Scorsese candidato a quattro Oscar, che ha già assicurato a Leonardo DiCaprio il Golden Globe come miglior attore.
Lei, Katarina ‹as, attrice slovena nata a Slovenj Gradec, è quel fisico statuario avvolto in mazzette di denaro di una delle scene più pubblicizzate della pellicola. Bionda, trentotto anni, lineamenti scolpiti, ha alle spalle una lunghissima gavetta televisiva, cominciata con spot pubblicitari e particine quando era ancora una ragazzina che praticava la danza jazz.
Passione precoce e altrettanto robusta, quella per la recitazione. Che Katarina ha coltivato in parallelo allo studio, dividendosi tra scuola e piccolo schermo: in Slovenia ha recitato in molte serie e condotto programmi tivù, frequentando anche l’Università di Lubiana, dove si è laureata alla facoltà di Economia.
Il primo passo deciso verso il red carpet è arrivato tre anni fa con l’audizione a Londra per una parte nella “black comedy” The Guard - in italiano “Un poliziotto da happy hour” - diretta dal regista irlandese John M. McDonagh, che è stata presentata in anteprima al Sundance festival nel 2011 ottenendo critiche positive e riconoscimenti in varie rassegne, tra cui la menzione speciale come miglior opera prima al festival di Berlino e la candidatura al Golden Globe per il protagonista, Brendan Gleeson.
Londra le offre subito molte opportunità in televisione e Katarina partecipa alle serie poliziesche “A touch of cloth 2” e “New tricks” su Bbc One. Poi la svolta: ottiene un’audizione negli Stati Uniti per la parte di Chantelle in “The wolf of Wall Street”. Archiviata l’esperienza con Scorsese, ecco un altro film ancora non approdato in sala, “Image”, debutto alla regia di Dan Fogelman, accanto ad Al Pacino, Julianne Moore e Jeremy Renner.
Oggi l’attrice si divide tra Londra, New York e Los Angeles. In attesa della notte degli Oscar, che forse porterà a DiCaprio la prima statuetta della sua lunga carriera.
Katarina, si aspettava il successo di “The wolf of Wall Street”?
«Mi aspettavo che sarebbe stato un film controverso, che avrebbe lasciato un’eco, visto che è ispirato alla storia vera di Jordan Belfort, un “criminale” nel mondo della finanza. E ovviamente, mi aspettavo grandi cose per il cast straordinario, a cominciare dal regista, il leggendario Scorsese. Trovo che Leonardo DiCaprio abbia reso perfettamente Belfort. Ma non mi aspettavo che il film sarebbe stato questo enorme successo al botteghino, il più grande, credo, che Scorsese abbia ottenuto finora».
Come ha avuto la parte di Chantalle?
«Da quando ho recitato nella commedia noir irlandese The Guard, ho un agente a Londra. Che, a un certo punto, mi chiama: “Ehi, Katarina, abbiamo un’audizione con Scorsese. È un piccolo ruolo, però, è Scorsese! Ti mando il copione, leggi e gira un provino con la scena che è indicata. E così, quando arriva il copione, do un’occhiata alla scena che dovrei recitare nel film, e comincio ad agitarmi perché c’è un uomo che incolla pacchetti e pacchetti di banconote sul corpo di una donna…».
Piuttosto esplicita.
«Quando ti chiamano da New York perché Scorsese ti ha scelto in un mucchio di altre attrici da tutto il mondo, ti sembra incredibile e non sai se gridare dalla gioia, o piangere, ti senti sottosopra. Ma quando l’eccitazione passa, comincia la realtà. E pensi: ora, questa cosa bisognerà farla davvero, e bene».
Chi è Chantalle?
«Una tipica donna euro-trash (ride). Figlia di emigranti europei, sposata con un trafficante di droga ed ex spogliarellista. Ma nella storia – chi ha visto il film lo sa – è importante perché grazie a lei, e al marito, DiCaprio-Belfort riesce a portare grosse somme di denaro in Svizzera».
Com’è stato lavorare con DiCaprio?
«È un attore estremamente concentrato, piacevole, spiritoso, e nonostante tutta la sua fama, normale, e con i piedi per terra. Nella scena in cui ho recitato insieme a lui abbiamo riso: anche perché ero coperta di fasci di dollari e riuscivo a malapena a muovermi. Sembravo davvero Robocop».
Dopo Wolf, è stata scelta per Imagine con Al Pacino. Che ruolo ha?
«Il film, che è in questo momento in fase di post-produzione, è la storia di un rocker invecchiato che riceve una lettera di John Lennon… Ma purtroppo la riceve quarant’anni dopo. E io ho il ruolo di Sophie: nel film, la fidanzata di Al Pacino».
Ha lavorato sia per la tv che per il cinema, cosa preferisce?
«Preferisco il cinema: quando giri un film, il ritmo è più lento e preciso. Nelle serie tv dove ho recitato il ritmo della produzione è molto più frenetico, a volte a discapito della qualità. Almeno così è capitato a me. Ma comunque, una parte è una parte, a prescindere se la interpreti per il piccolo o per il grande schermo».
Ha cominciato ad apparire in televisione ad appena 13 anni. Non rimpiange gli anni dell’adolescenza?
«Oh no. Ero una teenager abbastanza depressa».
Perché ha studiato Economia? Sembra una scelta decisamente lontana dal mondo della recitazione...
«Non so neppure io bene perché… Volevo procurarmi un’educazione di base, allargata, qualcosa che potesse servirmi in vari settori della vita. In Slovenia non possiamo esattamente parlare di un’industria del cinema. E quindi ho preferito studiare marketing».
Con che regista italiano vorrebbe lavorare?
«I registi italiani che conosco e mi piacciono sono, ahimé, morti: Fellini e Sergio Leone… Apprezzo molto Bertolucci e mi piacerebbe il vostro fantastico Benigni, che vedo un po’ come un Woody Allen italiano. O il regista di Malena: Tornatore. Il punto, in ogni caso, è che a me recitare: senza guardare i nomi delle persone con cui mi capita di farlo. Basta che nel loro lavoro ci mettano l’anima. E per questo, i migliori.
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