Juncker vuole Bratušek in Commissione Ue

Pronto a nominarla vicepresidente. Caos a Lubiana. Il premier in pectore Miro Cerar punta invece a riconfermare Poto›nik
L'ex premier slovena Alenka Bratusek
L'ex premier slovena Alenka Bratusek

TRIESTE. Sono molti quelli che vorrebbero andare a Bruxelles per occupare la poltrona di commissario europeo che spetta alla Slovenia. Ma da ieri c’è una novità di cui Lubiana dovrà tener conto. Da fonti diplomatiche, infatti, si è venuti a sapere che il nuovo presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean Claude Juncker desidererebbe che a ricoprire la carica fosse la premier dimissionaria Alenka Bratušek. Le sue quotazioni sul “borsino” sloveno erano scese di molto nelle ultime ore dopo i primi colloqui tra quella che sarà la prossima coalizione di governo dopo le elezioni anticipate del 13 luglio scorso, ma soprattutto dopo aver incassato un secco, e per certi versi inelegante, veto dai partner dell’esecutivo ancora in carica per l’ordinaria amministrazione ma che dovrebbe indicare proprio il prossimo commissario sloveno.

Certo i “desiderata” giunti direttamente da Bruxelles cambiano le carte in tavola. Juncker si sarebbe orientato sulla Bratušek ritenendola un esperta politica che, a sua detta, potrebbe anche ricoprire la vicepresidenza della Commissione stessa. E poi Bratušek è donna. Il Parlamento europeo, infatti, ha dato indicazioni precise nell’affidare il mandato all’ex premier lussemburghese: nel prossimo “governo” europeo ci devono essere almeno nove rappresentanti del gentil sesso come nel precedente guidato da Josè Manuel Barroso. Finora a disposizione di Juncker ci sono solo tre donne: Vera Jourova della Repubblica ceca, Kristalina Georgieva della Bulgaria e la svedese Cecilia Malström.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea
Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea

Se non dovessero essere rispettate queste “quote rosa” l’Europarlamento si è riservato la possibilità di non gradire alcuni candidati. Juncker, ovviamente, non vuole incorrere in questa evenienza e cerca, dunque, di correre ai ripari. Ricordiamo che il termine per la comunicazione dei commissari scelti dai governi dei Ventotto scade oggi. Al nuovo presidente della Commissione Ue mancano ancora i nominativi, oltre quello sloveno, anche dell’Italia - c’è in ballo la questione sulla nomina del ministro Federica Mogherini o del Pd Massimo D’Alema a Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera (Mr Pesc) - , l’Olanda, la Romania e il Belgio.

Visti i tempi strettissimi Bruxelles chiede anche una troika di nomi da parte dei Paesi ancora inadempienti da cui sceglierà Juncker in persona. La Slovenia è ancora nel marasma e il premier in pectore Miro Cerar vuole nominare Janez Poto›nik (commissario uscente). Ma anche il dimissionario ministro degli Esteri, Karl Erjavec guarda con attenzione alla poltrona di commissario anche se a Lubiana sarebbe già pronta per lui quella di presidente del nuovo Parlamento.

Un po’ più di chiarezza a Lubiana ci dovrebbe essere domani dopo un’altra riunione della prossima possibile coalizione di governo. Ma è chiaro fin da ora che la proposta di Juncker pronto a dare alla Bratušek, e quindi alla Slovenia, la vicepresidenza della Commissione non capita tutti i giorni. E dura cinque anni.

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