Jovanotti “regala” il suo concerto a Francesco
RIESTE Alle parole sono seguiti i fatti. Jovanotti ha devoluto il proprio compenso per il concerto al PalaTrieste (oltre cinquemila presenze) all’associazione Calicanto, per la quale faceva volontariato Francesco Pinna, il giovane triestino morto il 12 dicembre nel crollo del palco. Il quarantacinquenne artista romano ha anche nuovamente incontrato la famiglia - papà Claudio, mamma Valentina e la sorella Caterina, che era già andata ad assistere alla tappa padovana del tour -, prima e dopo il concerto, al quale i familiari del giovane scomparso hanno assistito commossi, mescolati fra tanti coetanei del figlio. Su Twitter, poche ore prima dello show, Jovanotti aveva scritto: «Siamo a Trieste. Stasera si suona. Oggi incontri importanti. Emozioni, pensieri, progetti, futuro, energia, vita. Ci vediamo dopo». E infatti “Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti” (come si è presentato in chiusura di serata) ha incontrato anche alcuni volontari ragazzi della Calicanto - associazione che si occupa di attività sportive per le persone “diversamente abili” - e della cooperativa sociale On Stage, quella che curava i servizi locali del concerto: trasporti, facchinaggio, supporti tecnici e logistici vari. C’è un progetto della famiglia - con Calicanto, On Stage e gli altri soggetti coinvolti nella tragedia - di costituire un’associazione nel ricordo di Francesco. Nulla ancora di definito, tutto in fase di progettazione, ma di certo Jovanotti parteciperà all’iniziativa. Assicurando altro aiuti, ma in forma assolutamente privata, per evitare speculazioni. Alla Calicanto il musicista aveva già inviato un videomessaggio un mese fa, in occasione del decennale celebrato con un convegno al Teatro Basaglia. «Il nostro destino si è incrociato proprio grazie a Francesco - aveva detto in quell’occasione - e per quanto possibile sarò sempre vicino a questa associazione che lui tanto amava, con la mia voce, con l’impegno dei collaboratori, ma anche con la mia famiglia. Spero ci vedremo presto». E nel concerto dell’altra sera, quando alle ventidue e dieci l’artista ha ricordato Francesco con sincere parole di affetto, chiedendo e ottenendo dal pubblico un minuto di silenzio, un doveroso pensiero è andato anche agli altri lavoratori rimasti feriti nel crollo: «I ragazzi coinvolti nell’incidente si stanno rimettendo, grazie a dio». L’artista ha poi dormito a Trieste, al Savoia. Non prima di aver “postato” su Twitter il proprio saluto: «Appena finito il concerto Trieste grazie amici miei. Grazie a tutti. Alzo la mia stella al cielo». Riferimento alle stelle gialle distribuite dagli organizzatoti all’ingresso del PalaTrieste, con il suggerimento di alzarle in cielo quando Jovanotti avrebbe cantato “Ora”, dedicandola a Francesco. Che non si sarebbe trattato di un concerto come tutti gli altri, lo si sapeva. Il commosso ricordo di Francesco, ma anche quello di Lucio Dalla (per cui ha cantato “L’anno che verrà”, nel secondo set acustico), hanno modificato la scaletta, con l’esclusione di alcuni brani proposti nelle altre tappe del tour. Un piccolo fuoriprogramma è stato costituito anche dalla presentazione del tastierista monfalconese della sua band, Christian Rigano, alla cui bambina l’artista ha dedicato “Ciao mamma”. Jovanotti voleva dare il massimo, lo ha detto subito («Stasera voglio fare il concerto più bello...»), e di certo non si è risparmiato. Al momento del commiato, dopo due ore e mezzo di grande musica, era commosso, ha indugiato, sembrava quasi non voler andar più via. Concerto dunque diverso rispetto a quello che ha girato l’Italia, fra un’interruzione e l’altra, per quasi un anno, dal debutto del 16 aprile 2011 a Rimini, fino all’ultima data di ieri sera a Bologna. Dove, prima del concerto al palasport di Casalecchio di Reno, ha partecipato ai funerali di Lucio Dalla, confuso fra i cinquantamila di Piazza Maggiore. «Abbiamo perso un genio, uno dei più grandi musicisti del Novecento», ha detto entrando nella basilica di San Petronio. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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