Josipovic: «Istria senza confini in Europa»

Il presidente della Croazia: «La minoranza italiana è un patrimonio che ci tramanda un grande retaggio storico»

INVIATO A PARENZO. Sorride il presidente della Croazia, Ivo Josipovi„, nonostante la pioggia venga giù a secchiate. «Sono sempre sereno quando vengo qui in Istria», dice salutando il folto gruppo di persone radunatosi all’inaugurazione della clinica dentale Rident a Parenzo. E non perde occasione tra la degustazione di una fetta di prosciutto istriano e un formaggio pecorino stagionato per salutare con immenso piacere e con un po’ di sollievo il prossimo ingresso della Croazia nell’Unione europea il prossimo 1 luglio.

«Stiamo per raggiungere la comunità europea, una comunità alla quale ci sentiamo di appartenere - spiega il capo dello Stato - e consideriamo l’Unione europea una grande opportunità per la nostra società, per l’economia e per la cultura». Già, l’economia. La Croazia non entra nell’Eurozona e per ora non ha intenzione di farlo, la kuna è stabile (uno a sette) da anni ma la crisi globale non risparmia certo il Paese ex jugoslavo. «L’adesione all’Ue - precisa però Josipovi„ - ci può aiutare a combatterla anche perché entreremo a far parte di un grande mercato unico e anche perché cercheremo assieme agli altri partner europei le strade per combatterla». Ma siamo in Istria e per l’Istria il passo più importante sarà l’ingresso della Croazia nell’area Schengen che cancellerà quel confine che dal 1991 la divide in due tra Slovenia e Croazia. «Sarà splendido - dice il presidente - potremo finalmente viaggiare liberamente per scambiare le nostre esperienze la nostra cultura». E della raggiunta “unitarietà” istriana a beneficiare di più sarà proprio la minoranza italiana in questa regione. «Noi riconosciamo il grande contributo che la minoranza italiana ha dato e dà alla nostra società - conclude Josipovi„ - gli italiani qui si sentono a casa perché la Croazia è la loro patria e siamo molto fieri dell’eredità che essa ci sa trasmettere».

E in termini europei ragiona anche il governatore della Regione Istria, Ivan Jakov›i„ che tra l’altro ci confessa che resterà ai vertici della Dieta dopo l’imminente scadenza del suo mandato per puntare all’Europarlamento nel 2014. Ma lui, Ivan il terribile già pensa in modo europeo e spiega come la Regione Istria abbia pensato di dedicare nuove strutture a cliniche private di eccellenza negli svariati campi che vanno dall’ortodonzia, alla chirurgia, alla cardiologia, all’oculistica a Rovigno. Un’idea che lui vorrebbe estendere anche al vecchio edificio dell’ospedale di Pola. Il tutto in senergia col settore turistico. «Entrando nell’Ue - conclude - la Croazia entra in un enorme mercato unico e avrà così nuove possibilità da esplorare e da sfruttare. E con lei anche l’Istria».

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