Jiu jitsu e scherma arricchiscono i ricreatori

Nuove attività sportive al servizio di antichi percorsi educativi. I ricreatori comunali puntano a una stagione di crescita nel territorio e di rafforzamento negli ideali, un progetto che include anche l'adozione, almeno in forma sperimentale, di altre discipline all'interno di buona parte delle 12 sedi esistenti nella provincia. Scherma, hockey, rugby e arti marziali, quest'ultima voce nello specifico legata al jiu - jitsu brasiliano.
Sono queste le proposte ipotizzate dall'assessore alla Educazione Antonella Grim per formulare il nuovo corso dei ricreatori comunali, le storiche istituzioni nate nei primi anni del '900 a Trieste. Realtà laiche, alternative agli oratori, ma sempre orientate allo sviluppo e alla formazione giovanile: «La caratterizzazione dei nostri centri rappresenta una delle priorità - ha affermato Antonella Grim -. Puntiamo al rafforzamento della cornice pedagogica territoriale anche attraverso lo sport. Abbiamo individuato alcuni settori in grado, a nostro parere, di rispondere adeguatamente ai criteri di formazione e alla possibilità di essere vissuti da maschi e femmine».
Il rugby approda nei ricreatori anche sospinto dalla meta del fatidico “terzo tempo”, la fase post-gara che riequilibra l'agonismo, suggerendo non solo competizione ma regole e lealtà oltre i dettami di gara. La specialità dovrebbe essere gestita dai tecnici della Accademia del Rugby di Trieste. Nessun dubbio da parte dell’assessorato all’Educazione anche sulla valenza storica della scherma. Eleganza, portamento, ma anche etica e rispetto. Si gioca su questo terreno ideale ma per decidere lo staff tecnico servirà un incontro con gli esponenti del Coni locale, programmato a breve. Una cosa è certa: all'assessorato comunale alla Educazione non dispiacerebbe “reclutare” come madrina la campionessa Margherita Granbassi. L'hockey è spuntato forse a sorpresa nel ventaglio delle discipline sportive alternative da collocare nelle sedi comunali. Non chiara infatti, al momento, la specificità (a rotelle o su prato?), piace piuttosto la possibilità di una voce alternativa nel gioco a squadre, con possibilità di schieramento di equipe a ranghi misti.
Tra le componenti innovative spunta, anzi, viene confermato anche il jiu jitsu brasiliano, specialità sperimentata con successo nell'arco della estate, all'interno del ricreatorio “Nordio”. Si tratta di un’arte marziale in grado di coniugare alcuni dettami educativi della sfera marziale, adattandoli alla fascia giovanile. Ricorda lo judo nelle movenze e riflette una componente pedagogica di rilievo, sperimentata felicemente proprio nella terra di origine, il Brasile, dove rappresenta ancora una valvola di riscatto e di lotta al disagio. Il progetto dovrebbe essere tradotto dallo staff della Power Land, onlus impegnata appunto nel sociale, curata dall'insegnante Walter Friuli, tecnico ed educatore. Quattro proposte, altrettanti modi per riaffermare il valore dello sport ma senza l'assillo della competizione: «L'approccio sarà infatti diverso - ha sottolineato l'assessore Grim - pensiamo allo sport educativo, per tutti, in grado di coinvolgere anche la sfera dei diversamente abili».
Francesco Cardella
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