Jihadisti fermati a Bari, spunta una tappa a Trieste
ROMA I carabinieri li hanno notati una sera mentre effettuavano riprese video all’interno di un affollato centro commerciale di Bari: l’Ipercoop nel quartiere di Santa Caterina del capoluogo pugliese. Era il 16 dicembre dello scorso anno e i quattro afghani lì sono stati identificati per la prima volta. Da quel giorno, i loro cellulari sono stati tenuti sotto controllo. In realtà, quel filmato faceva parte di una serie di “sopralluoghi” compiuti in preparazione di attentati terroristici. Informazioni da passare ad organizzazioni legate all’Is e al Qaeda.
La Direzione distrettuale di Bari ha così scoperto una cellula terroristica internazionale attiva in Italia, oltre che in Francia e in Belgio. Una cellula i cui componenti - o almeno uno di essi - sicuramente durante i loro spostamenti sono arrivati anche a Trieste. In quel 16 dicembre, a Bari, i carabinieri oltre a iniziare a tenere sotto controllo i cellulari ne hanno infatti anche sequestrati alcuni. In uno di essi c’era una foto, inserita negli atti giudiziari: ritrae un gruppetto di persone, sorridenti, sul Ponte Curto. In pieno centro, nel capoluogo giuliano. A scattarla - due mesi prima, lo scorso ottobre - era stato Qari Khesta Mir Ahmadzai, trent’anni. È lui uno dei cinque uomini contro i quali ieri è stato emesso un decreto di fermo: quattro sono di nazionalità afghana, uno pakistano.
Tre sono stati rintracciati, due sono irreperibili. Fra questi ultimi c’è l’uomo arrivato fino a Trieste. Risulta domiciliato presso il Cara (il centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari-Palese, e assieme ad altri due con lo stesso domicilio - Surgul Ahmadzai (28 anni) e Hakim Nasiri (23) - è accusato di terrorismo internazionale. Secondo la procura, la cellula di Bari funzionava come rete di sostegno logistico per l’Is o al Qaeda. Nel mirino soprattutto Roma e Londra. Anche se il procuratore Giuseppe Volpe, ieri ha voluto sottolineare: «Non ci risulta assolutamente che sia imminente un attentato in Italia».
Nella memoria dei cellulari sequestrati ai tre afghani fermati, compaiono il Circo Massimo e il Colosseo, ma anche hotel di lusso e centri commerciali di Londra.
Un sopralluogo era stato effettuato al porto e all’aeroporto di Bari. Oltre all’Ipercoop di Santa Caterina da dove è partita l’indagine. Oltre ai tre accusati di terrorismo internazionale, del solo reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono invece accusati il 29enne afghano Gulistan Ahmadzai e il 24enne pakistano Zulfiqar Amjad, residenti a Bari.
Tutti e cinque erano riusciti a ottenere in Italia il permesso di soggiorno o status di “protezione umanitaria”. Nasiri appena il 5 maggio scorso. Nonostante alloggiassero al Cara, i cinque viaggiavano spesso tra Roma e Londra. Gli inquirenti hanno ricostruito gli spostamenti, in particolare quelli di Surgul Ahmadzai, ora ricercato così come Qari Khesta Mir Ahmadzai. Il 9 dicembre scorso Surgul ha viaggiato in aereo da Londra a Bari, facendo scalo a Milano. Il giorno dopo ha acquistato un biglietto per Parigi da dove è ripartito l’11 dicembre. Il 15 è tornato a Roma insieme a Qari Khesta Mir Ahmadzai dove ha acquistato due biglietti sulla tratta Bari-Kabul con scalo ad Istanbul. Entrambi come detto sono irreperibili.
Negli smartphone sono stati trovati immagini di militanti talebani, file audio con indottrinamenti di matrice islamica radicale. Ma in un video che secondo i pm si tratta di un “sopralluogo”, c’è il centro commerciale West India Quay di Londra. Video sono stati girati anche all’interno un cinema, un centro benessere, un ristorante, hotel di lusso e in zone pedonali. Sullo smartphone di Nasiri, è stata trovata una sua foto mentre imbraccia un fucile di assalto M16. C’è poi il selfie con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la “Marcia degli Scalzi” del 10 settembre 2015. La manifestazione organizzata in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati. Tre mesi dopo compiva il sopralluogo all’Ipercoop.
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