«Its può espandersi solo se Trieste ci seguirà»
«Il design declinato con il fashion che va a braccetto con l'arte». Questa la definizione conferita a Its, la piattaforma di creatività per i giovani talenti, dalla sua stessa anima, la triestina Barbara Franchin, ideatrice dell'evento, intervenuta nella cornice di Salotto Vienna al Salone degli Incanti, dove peraltro Its gioca in casa. «Its nasce dalla necessità di dare delle risposte a dei gruppi di persone e dal bisogno di proteggersi con la bellezza e la creatività dal mondo esterno», ha affermato Franchin -. «Un percorso che continua e si evolve ancora oggi dopo tredici anni: il nostro compito è cercare e raccontare dei progetti e allo stesso tempo credere e dare fiducia ai giovani talenti. Alla fine si viene a formare una sorta di famiglia, dove l'obiettivo è quello dell'archiviazione e della conservazione del talento e della creatività». Ma anche un'occasione di opportunità professionale, pur in tempi di crisi. «Credo che pur in momenti difficili come questi, i giovani talenti possano trovare il loro percorso» - ha precisato Franchin -. «L'importante è capire cosa uno vuole fare e soprattutto se intende usare il proprio tempo per esprimere quello che gli piace veramente o se il suo obiettivo è solo fare i soldi e diventare famoso». Un'idea che è nata e si è sviluppata a Trieste e che con questa città ha sempre avuto un rapporto di simbiosi. «Si può dire che Trieste è una parte del mio corpo e che con l'evento ha un rapporto sia fisico che spirituale» - ha sottolineato Franchin -. «Ho sempre pensato a questa città nel suo momento più alto: una città di mare e di estrema bellezza, dove c'erano aperture, possibilità, scambi, incontri e confronti. Ecco Its si presenta proprio come una vetrina in cui ci si scambiano le idee».
Resta da capire quale sarà il futuro di Its e se in questo futuro ci sarà ancora spazio per Trieste e in che modo. «Ho sempre detto che Its si identifica con Trieste e che se un giorno ci dovesse essere una separazione, sarà per cause di forza maggiore e non certo per una volontà precisa» - ha concluso Franchin -. «Detto questo, l'idea è sempre stata quella di uscire dall'ex Pescheria e di inondare le Rive, entrando nei musei pubblici ed in quelli privati. E' chiaro però che Trieste deve seguirci nel progetto e diventare complice e non semplice cornice dell'evento. Quello che è stato fatto in questa città non si cancella ma c'è ancora molto da lavorare: si tratta di capire come sviluppare questa zona e che identità darle e per fare questo c'è bisogno di una riflessione profonda».
Pierpaolo Pitich
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