Italicum, ultimi giochi sui collegi elettorali in Fvg
TRIESTE. Al via la settimana decisiva per la partita sui collegi elettorali ridisegnati dall’Italicum, che per il Friuli Venezia Giulia prevede un territorio diviso verticalmente in due: il collegio 2 che comprende l’intero territorio delle province di Trieste e Gorizia salendo su su fino a Tarvisio, inclusi 44 comuni della provincia di Udine; e il collegio 1 che ingloba l’intera provincia di Pordenone e la parte rimanente dell’Udinese.
Le commissioni di Camera e Senato iniziano martedì 28 luglio a discutere lo schema di decreto. I pareri - non vincolanti - sono attesi mercoledì al Senato, e giovedì o venerdì alla Camera su una suddivisione che in regione ha scontentato un po’ tutti: i friulani perché spaccati in due; i triestini perché lo squilibrio di aree e popolazione (141 comuni e 730.704 abitanti da una parte, 75 comuni e 488.281 abitanti dall’altra) si traduce in 8 deputati eletti nel collegio 1 contro i 5 del 2. Con la possibilità - dicono le proiezioni in base ai risultati delle ultime Europee - che il computo salga a 9 a 4. Scontenta anche la minoranza slovena, perché malgrado la mappatura verticale sia stata pensata per accorpare nel Fvg 2 i 32 comuni in cui si applica la legge di tutela, le speranze di vedere eletto un esponente della minoranza stessa - come ha detto la deputata Tamara Blazina - sono ridotte «al minimo».
Dopo mille discussioni e un vertice regionale Pd che giorni fa ha prodotto l’impossibilità di trovare una quadra, alla vigilia del dibattito in commissione Francesco Russo lo dice chiaro: «A meno che in modo unitario il Pd regionale non mi chieda di intervenire, prendo atto che non ci sono proposte migliorative e unitarie e che il lavoro svolto dalla commissione tecnica è stato il migliore possibile». Pare tramontata - stando al senatore triestino Pd - anche l’ipotesi di riconsegnare Tarvisio a Udine, allargando il collegio Trieste-Gorizia al Cervignanese.
Il senatore friulano Pd Lodovico Sonego lo ribadisce: «Mi fa piacere che in sede regionale ci si stia convincendo che, come avevo già detto, la proposta del governo è quella più equilibrata. Consente a tutti i territori di avere una rappresentanza adeguata e coerente con il peso demografico; e massimizza la possibilità di eleggere un esponente» della minoranza.
Bocce ferme dunque? Non è detto. Mentre ancora in Friuli il deputato Paolo Coppola osserva che «margini di miglioramento ce ne possono essere, ma sin qui ho sentito solo proposte irrealizzabili», dalla Camera il capogruppo Pd Ettore Rosato si limita a far sapere che qualche piccolo ritocco migliorativo potrebbe essere apportato. Per aumentare il peso specifico del collegio giuliano? Rosato non dice una parola in più.
Intanto l’opposizione, ancora una volta, protesta. Mentre la consigliera regionale M5S Elena Bianchi bolla l’«inutilità di questi alti lai dell’ultimo minuto» laddove «è l’intera legge da bocciare», da Fi Sandra Savino parla di «tentativo goffo» di dare «maggiori opportunità alla comunità slovena» che ha prodotto separazioni «innaturali». Nella Lega il deputato Max Fedriga sottolinea la possibilità che gli eletti diventino 9 a 4 (a favore del Friuli) e definisce «follia» il fatto che «per garantire la minoranza slovena si penalizzino tutti gli altri». E così si esercita a studiare due ipotesi: ampliare il collegio 2; oppure - tesi ardua, lo riconosce - unire la provincia di Udine da una parte e Pordenone, Gorizia e Trieste dall’altra.(p.b.)
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