Italiano per stranieri, il primo test è ok

Valido per avere il permesso di soggiorno di lungo periodo. Tutti promossi i 23 che lo hanno sostenuto. Il kosovaro Berisha: una prova giusta
TRIESTE
. Tutti promossi. Anche se per alcuni tornare sui banchi di scuola per un giorno è stata una prova importante. Al primo test d'italiano per stranieri - obbligatorio per chi vuole avere il permesso di soggiorno di lungo periodo, la vecchia carta di soggiorno – ieri al Centro territoriale permanente di via Foscolo si sono presentati in 23 sui 27 previsti. Di solito sono abituati a parlare in italiano sul posto di lavoro, per andare dal medico o a fare la spesa, nelle normali faccende di ogni giorno. Ma affrontare una prova di capacità di apprendimento e di scrittura in italiano non per tutti è stato facile. Almeno così sembrava guardando i visi spaventati prima di entrare in aula. Un’ora e mezza per avere la certificazione di conoscenza della lingua italiana, ma soprattutto il permesso di soggiorno in Italia a tempo indeterminato. Una conquista importante.


Il test, introdotto a dicembre, consiste nella lettura e comprensione di due brevi brani, due prove di ascolto e la compilazione di un modulo, che nell'esame di ieri consisteva nell'iscrizione a una scuola. Si tratta di una prova di livello A2 che prevede una conoscenza di base della lingua italiana. Ma tutti se la sono cavata, anche perché per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo è necessario essere residenti in Italia da più di 5 anni: un tempo sufficiente per imparare l'italiano.


«Sono entrati spaventati», racconta Tiziana Trebian, una delle insegnanti del Ctp dell'Istituto comprensivo San Giovanni: «L'italiano gli stranieri lo imparano parlando con la gente, ma non sono abituati a scriverlo. Le prove però sono fattibili, al loro livello di preparazione, e non ci sono difficoltà particolari. Queste prove sono le stesse che vengono proposte alla fine di un corso di italiano base: bisogna quindi avere un po' di pratica con la lingua ma senza troppe difficoltà».


I test sono stati preparati secondo le indicazioni ministeriali e degli enti certificatori, ma se in questa prima tornata non si sono iscritti in molti – forse perché c'era un po' di apprensione – dalla prossima, visti anche i risultati positivi, ci si aspetta che per ogni sessione (una ogni mese) si presentino una quarantina di persone.


A partecipare sono soprattutto stranieri provenienti dai paesi dell'Europa dell'Est, qualche africano, ma nessun cinese per il momento. Tas arriva dalla Turchia, ha 29 anni e vive in Italia da 6, a Trieste fa il cameriere, quando esce è tranquillo: «È stato semplice, per chi parla già l'italiano è una passeggiata. Ci hanno fatto leggere alcuni brani e poi su questi abbiamo fatto un test con la scelta multipla».


Berisha è un kosovaro che lavora nel campo della bonifica dell'amianto a Trieste e ci abita da dieci anni. È d'accordo sul fatto che ci sia un test di verifica della conoscenza della lingua: «Le domande erano giuste e queste sono cose preziose che uno deve sapere. Chi abita da così tanto tempo in Italia è giusto che faccia un test d'italiano». Jaklina invece ha qualche problema con la lingua, è una serba di Pozarevac. Da due anni ha raggiunto suo marito, non è stato tanto difficile dice: «Io sono qui da tempo ma non parlo bene l'italiano, ma questa prova è stata importante e penso che siano passati tutti».




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