Italia Marittima teme un futuro di sinergie

Sullo sfondo c’è la prossima possibile fusione di Evergreen con la compagnia di Stato taiwanese dei container. Ma non sarà un processo rapido perché dapprima quest’ultima deve essere privatizzata e poi potrà avvenire la fusione. Ad affermarlo sarebbe stato un ministro di Taipei e lo riferisce Michele Cipriani, segretario di Uiltrasporti al termine del consueto incontro di fine anno che i rappresentanti sindacali hanno avuto con Pierluigi Maneschi che, oltre a essere il terminalista del Molo Settimo e il proprietario di Greensisam, è anche il presidente di Italia Marittima che fa parte del Gruppo Evergreen. Italia Marittima, erede del Lloyd Triestino, è l’unica compagnia marittima italiana nel comparto dei container. Maneschi aveva già anticipato che «la situazione è al momento tranquilla per cui non annuncerò ai sindacati alcuna novità». Al confronto oltre a Cipriani c’erano Renato Kneipp (Filt-Cgil), Emiliano Caberica (Fit-Cisl) e Edoardo Folla (Ugl mare). «Ci è stato riferito - aggiunge comunque con una punta di preoccupazione Cipriani - che al momento attuale non vi sarà alcuna ripercussione sulla sede e sull’organico triestini perché la casa madre di Taiwan ancora una volta non solo rifonderà il passivo con cui si chiuderà anche il bilancio 2016, ma addirittura nel 2017 metterà a disposizione più fondi. Per il futuro però resta da vedere come si evolverà la crisi mondiale dei container che permane e che non è escluso possa provocare qualche ripercussione. Oltretutto Italia Marittima cederà due delle sue navi».
Il settore dei container nei mesi scorsi ha registrato il fallimento della compagnia sudcoreana Hanjin, ma al di là di questa, solo nei primi nove mesi dell’anno ha registato una perdita complessiva di 4 miliardi di dollari. Gli ultimi anni hanno visto l’aggregazione tra alcuni dei più grandi operatori al mondo: Cosco Container Lines con China Shipping Container Lines, Hapag-Lloyd con Csav, Hapag-Lloyd, United Arab Shipping Company con Cma-Cgm e Apl. Mentre dal prossimo anno le maggiori alleanze passeranno da quattro a tre: Ocean Alliance, che raccoglierà complessivamente la quota di mercato maggiore, 2M Alliance, che manterrà il suo focus principale in Europa e Asia, e The Alliance, che sarà attiva con più forza nelle rotte del Trans-Pacifico. Secondo gli esperti un secondo round di aggregazioni partirà entro il 2020. (s.m.)
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