Italia Marittima, niente maxi multa
Italia Marittima, l’ex Lloyd Triestino, società che fa parte del gruppo taiwanese Evergreen, non solo potrà continuare a solcare i mari in tranquillità, ma nel 2015 arricchirà la propria flotta, oggi composta da 14 unità, anche delle altre tre navi che non sono arrivate come previsto l’anno scorso. Ciò che è ancora più importante, manterrà la propria sede a Trieste, unica compagnia di container in Italia. Anche in questo caso le conferme arrivano da Pierluigi Maneschi che è anche presidente di questa società. «L’Agenzia delle entrate ci ha comunicato ufficialmente - riferisce - che la multa di 60 milioni che ci era stata preannunciata dalla Guardia di finanza non ci verrà nemmeno contestata. L’emendamento inserito dall’onorevole Ettore Rosato nella Legge di stabilità ha fatto infatti definitiva chiarezza sui nostri obblighi fiscali».
La tesi sostenuta dalla Guardia di finanza era che quando una nave è al di fuori delle acque territoriali di un Paese straniero è soggetta al regime fiscale ordinario italiano, quindi deve pagare l’Irpef: su queste basi, computando i giorni di navigazione al di fuori delle acque territoriali straniere, era stata calcolata la maximulta che, se applicata, avrebbe messo in ginocchio la società causandone la probabile “fuga” a Londra o Singapore. L’emendamento approvato però stabilisce che a fini fiscali non vige quanto previsto dal Codice della navigazione secondo cui le navi che si trovano in luogo non soggetto ad alcuna sovranità statuale si ritengono in territorio italiano. Anche dopo la sua approvazione fonti della società avevano espresso comunque preoccupazioni per il fatto che la norma, entrata in vigore il primo gennaio, potesse non venir applicata retroattivamente per cui sarebbe stato necessario innescare contenziosi dinanzi alle Commissioni tributarie per gli anni passati. L’Agenzia delle Entrate ha però chiarito che non sarà così. «Tutto è bene quel che finisce bene - ha commentato il presidente - riteniamo la vicenda conclusa con soddisfazione della società, dei dipendenti e dei sindacati. Oggi Italia Marittima - ha aggiunto - ha 430 dipendenti, duecento dei quali al Palazzo della marineria di Trieste e non soffre di alcun esubero. L’attività continua più intensa di prima e non esiste alcun progetto di spostamento della compagnia da Trieste». L’unico rimpianto è il non essere riusciti a insediare in Porto Vecchio (era proprio questo lo scopo per il quale era nata la società Greensisam) la sede di Evergreen per l’Europa meridionale e il Mediterraneo. Progetto abortito per i vincoli che gravavano sul Porto Vecchio. Oggi quelle competenze che potevano essere trasferite a Trieste sono state accentrate nella sede di Londra. (s.m.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo