Italia-Cina, gli occhi del mondo su Trieste

TRIESTE L’interesse di Pechino, la contrarietà di Washington e Bruxelles, il profluvio di dichiarazioni della politica nostrana.
La Via della seta tiene banco ormai da un paio di settimane e sul porto di Trieste si sono accesi i riflettori dei media internazionali, che hanno preso d’assalto l’ufficio stampa dell’Autorità portuale per visitare lo scalo e intervistare il presidente Zeno D’Agostino alla vigilia di una firma il cui rilievo travalica evidentemente di gran lunga l’interesse locale e nazionale.
La lista degli articoli e dei servizi radiotelevisivi è lunga e le ultime uscite sono quelle di Bloomberg, New York Times e Le Monde. Ma chi tardi arriva male alloggia e le testate che stanno cercando in extremis un contatto con l’Autorità portuale si sentono rispondere che tutto andrà rimandato alla prossima settimana, perché il governo ha dato ordine ai firmatari di accordi di non rilasciare pubbliche dichiarazioni fino alla sottoscrizione dei patti.
Non che questo fermi i media internazionali, come l’emittente giapponese Ashai o Radio Télévision Suisse, che proprio ieri giravano per Trieste a realizzare i propri servizi tra il porto, il suo Molo VII e la ricerca dei manifesti anticinesi di osservanza camberiana.
E ancora, da oltralpe, figurano realtà come France 24 ed Euronews. Oppure il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Mentre nei prossimi giorni sarà in città la prestigiosa agenzia fotografica Getty Images, evidentemente attratta dalla richiesta di scatti alle infrastrutture di un porto finora ai margini dell’interesse di giornali e tv internazionali.
Un ritorno d’immagine probabilmente inatteso dagli attori locali, che avrebbero gradito minor risalto per il primo accordo formale che i cinesi chiuderanno a Trieste, che ad ogni modo può ora contare su un’esposizione mediatica utile tanto sul fronte del business quanto su quello del turismo.
La città e il suo porto sono presenza fissa negli ultimi giorni anche su tutte le testate italiane, dallo speciale realizzato proprio ieri da Sky Tg 24 agli articoli del Corriere della sera, della Stampa, del Sole 24 ore e del Secolo XIX. A giorni sbarcheranno pure le trasmissioni di informazione di Rete 4 e Canale 5. Tutti a vario titolo interessati ad approfondire la portata geopolitica del Memorandum of understanding, ma anche a illustrare le intese riguardanti i porti italiani e le trattative in corso fra i colossi cinesi e gli operatori economici triestini, dalla Piattaforma logistica al Molo VII.
L’avvio delle danze è stato dato dal Nyt, con un primo articolo dedicato alle preoccupazioni dell’amministrazione Trump sulle intese in via di definizione. Negli ultimi giorni il quotidiano americano ha dedicato un intero articolo d’apertura a Trieste, «porto italiano dimenticato che potrebbe diventare un gateway cinese verso l’Europa».
Il pezzo non ha certamente una posizione filocinese, ma parte dalla considerazione che guida tutti gli altri contributi della stampa estera: «Per secoli, questa città-porto cosmopolita situata all’estremo Nord della costa adriatica italiana è stata un perno geografico tra gli imperi.
Poi, per circa settant’anni, la stella geopolitica di Trieste si è oscurata e il suo antico miscuglio di culture centroeuropee è diventato stantio, come un vecchio strudel in uno dei suoi storici caffè. Ora, grazie alla Cina rampante, Trieste sembra pronta a tornare al centro di un mondo in via di riassetto». Chi vivrà vedrà. —
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