Istria, la Cromaris chiude l’allevamento ittico nel Canale di Leme

Decisione a sorpresa dal sesto maggior produttore mondiale di branzini e orate allevati. A rischio le forniture verso l’Italia
Valmer Cusma

ROVIGNO È arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della chiusura del reparto di maricoltura della società Cromaris nel Canale di Leme. Parliamo del sesto produttore al mondo di branzini e orate da allevamento. Una realtà che finora aveva sempre navigato con il vento in poppa essendo il pesce fresco dei suoi vivai molto ricercato sul mercato europeo. Alleva anche dentici, pagri, cozze e ostriche.

La notizia è stata data con rilievo dai media locali. Secondo quanto comunicato dalla direzione dell’azienda, la scelta di chiudere l’allevamento sarebbe stata dettata da ragioni «di natura tecnico-organizzativa». In altre parole si intende raggiungere una migliore efficienza gestionale contenendo i costi di produzione.

La Cromaris produce annualmente oltre 11 mila tonnellate di pesce fresco di cui l’85 percento finisce sui mercati esteri, soprattutto in Italia dove arriva nell’arco di un giorno, e poi in Francia, Austria, Svizzera, Germania, Slovenia, Serbia e altri . Probabilmente la Cromaris per non perdere posizioni di mercato rafforzerà la produzione nei suoi impianti a Zara e Porto Bado vicino a Pola. Qui è di recente è stato avviato l’allevamento del pesce anche sulla terraferma con l’aggiunta dei rombi e dei pesci piatti che hanno una buona domanda sul mercato.

In ogni caso la chiusura dell’allevamento nel Canale di Leme ha suscitato più di qualche perplessità dal momento che i bilanci del 2020 parlavano di un’ottima annata nonostante gli effetti pesanti della pandemia. Tra l’altro la Cromaris, che conta sui 500 dipendenti, aveva vinto di recente uno dei più prestigiosi premi internazionali nel settore dell’alimentazione: il Superior Taste Adward 2020 che dal 2005 viene assegnato dall’International Taste Institute di Bruxelles. Erano stati premiati tutti e tre i prodotti sottoposti alla valutazione, per la precisione l’orata, il branzino e l’ombrina boccadoro. I criteri di valutazione da parte di oltre 200 esperti del gusto erano stati l’aspetto, l’odore, la struttura e il sapore del pesce.

Nel dicembre scorso la direzione aziendale aveva annunciato con soddisfazione di aver aumentato del 6% la produzione rispetto all’anno precedente e di aver conquistato il 9% del mercato italiano. E aveva parlato di nuovi investimenti come quello nel materiale di imballaggio sostenibile e riciclabile, nell’estensione dell’assortimento e nell’incremento delle ricerche di mercato.

Adesso la chiusura dell’allevamento avrà sicuramente ripercussioni sul piano occupazionale. Per il momento nulla si sa del destino dei dipendenti rimasti senza lavoro. Forse verrà loro offerto di trasferirsi e lavorare a Porto Bado.

La Cromaris, va ricordato, è associata al Gruppo Adris nato attorno alla Fabbrica tabacchi, una delle aziende storiche di Rovigno, venduta 6 anni fa alla multinazionale del tabacco BAT per la cifra di 505 milioni di euro. Ora il settore trainante del Gruppo Adris è il turismo, però si occupa anche di assicurazioni e dunque di maricoltura. —


 

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