Istria contro il filo spinato: «Vogliamo restare uniti»

Da Pola fino alla Contea litoraneo-montana, sale la protesta: «Lo chiedono croati, sloveni e italiani». L’UI scrive al premier di Lubiana
Qualcuno non ha perso lo humor e ha "addobbato" il filo spinato per Natale
Qualcuno non ha perso lo humor e ha "addobbato" il filo spinato per Natale

POLA. Politica, istituzioni, società civile, intellettuali e sport, tutti uniti, di qua e di là del confine, contro la ferita del filo spinato in Istria. Un vulnus che sta coagulando un’omogeneità di protesta che il governo sloveno, fautore dello srotolamento dell’odiato cavo tagliente, sicuramente non immaginava di dover affrontare. E se Comuni sloveni, italiani e croati hanno affidato al presidente della Regione Istria, Valter Flego il compito di riferire di persona al primo ministro sloveno, Miro Cerar l’assoluta contrarietà al nuovo “muro”, la stessa Assemblea regionale istriana ha preso una posizione ufficiale in materia approvando all’unanimità una Dichiarazione sulla libera circolazione di persone e cose e contro il filo spinato. I consiglieri hanno rilevato che il documento è espressione della volontà di tutti gli abitanti dell’Istria, a prescindere dalla loro appartenenza nazionale croata, slovena o italiana. Lo zupano Flego ha rilevato che l’Istria non si trova sulla rotta dei migranti, per cui il filo spinato non risolve la crisi dei migranti, ma ha soltanto un impatto negativo sulla vita della popolazione istriana.

Forte presa di posizione contro il filo spinato è giunta anche dall’Unione Italiana. In una nota indirizzata al presidente del governo sloveno, Miro Cerar, l'organismo della minoranza esprime forte preoccupazione, rammarico e contrarietà per la posa del filo spinato lungo il confine sloveno-croato e in particolare in Istria. «Pur riconoscendo l'eccezionalità delle situazione in essere, legata al flusso migratorio che sta interessando i due Paesi obbligandoli a fornire delle risposte in termini di sicurezza e sovranità territoriale - si legge nella missiva - è stato ribadito che l'innalzamento di qualsivoglia tipo di (ulteriore) barriera risulti deleterio in primo luogo per la popolazione locale. Per lunghi anni i residenti in Istria hanno atteso e in realtà continuano ad attendere la caduta dell'ancora ultimo confine tra Slovenia e Croazia, previsto con l'ingresso di quest'ultima nell'area Schengen».

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Il filo spinato al confine con la Slovenia

«Dopo le drammatiche vicende del XX secolo - prosegue la lettera - che hanno segnato tragici epiloghi in termini di sofferenza dei cittadini, i popoli che storicamente compongono l'Istria plurale hanno saputo intraprendere con convinzione la strada della collaborazione e della convivenza pacifica, intravvedendo proprio nell'Unione europea quella portatrice di valori irrinunciabili quali la libertà, la democrazia, il dialogo e la solidarietà». «Su queste basi, l'Unione Italiana - prosegue il documento - si è sempre fatta portavoce del dialogo interculturale, della convivenza e del mutuo rispetto tra le diversità, che per queste terre hanno da sempre rappresentato un valore aggiunto in termini di crescita culturale, sociale, storica e linguistica. Tanto è stato realizzato anche i termini di progettazione europea in funzione dell'integrazione territoriale e della coesione sociale».

La lettera, firmata dal presidente dell'Unione Italiana, Furio Radin, dal presidente della Giunta esecutiva, Maurizio Tremul e dal presidente dell'Assemblea, Roberto Palisca con l'avallo dell'Assemblea stessa dell'Unione Italiana riunitasi a Fiume, conclude con la richiesta al premier sloveno di rimuovere il filo spinato in tempi quanto più brevi, allineandosi alla richiesta congiunta avanzata allo stesso Cerar nei giorni scorsi da numerosi sindaci e rappresentanti delle autonomie locali e regionali provenienti dall'Italia, dalla Slovenia e dalla Croazia.

A Dragogna: «Qui di profughi nemmeno l’ombra»
Il filo spinato al confine di Dragogna

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il documento approvato dall’Assemblea della Regione litoraneo-montana con capoluogo Fiume. All’unanimità i consiglieri hanno deciso, infatti, che domani si recheranno sul valico di confine di Rupa per protestare unitamente contro la barriera di filo spinato sulla linea di confine tra la Slovenia e la Croazia. «Ritengo sia necessario - ha detto il presidente della Regione Zlatko Komadina - reagire tutti assieme. Porre del filo spinato ai confini è una cosa incivile». «Nuoce in primo luogo alla selvaggina - ha aggiunto - che non può più circolare liberamente nelle zone boschive, ma anche al nostro turismo, in particolar modo ora in vista delle festività di fine anno».

Particolarmente simbolica sarà, infine, la protesta del mondo dello sport e della società civile. Oggi si svolgerà infatti una partita di pallavolo lungo il filo spinato di demarcazione tra Slovenia e Croazia. La manifestazione è stata organizzata dal Comune di Pola, città candidata a diventare capitale della cultura europea nel 2020 e che ha basato tutta la sua proposta sulla demilitarizzazione di tutti gli obiettivi che errano presenti sul suo territorio municipale. «Siamo però oggi tutti testimoni - si legge in una nota del Comune di Pola - di una nuova militarizzazione delle città d’Europa e dell e nostre vite. Per questo motivo abbiamo deciso di combattere contro questo comportamento dell’Europa con lo sport, la creatività e la non-violenza». E così oggi alle 11 al valico di Lucija-Brezovica (vicino Oprtalj) si svolgerà il primo tempo della partita di volley cui parteciperanno campioni olimpici sloveni e croati nonché figure pubbliche, mentre il secondo tempo avrà luogo alle 14 al valico di Dragogna-Castevenere.

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