Ispezione del pm Bossi al Capannone 42

Il sostituto procuratore Valentina Bossi, titolare di un fascicolo aperto per omicidio colposo, ha svolto un’ispezione martedì al Capannone 42 della Fincantieri, teatro lo scorso 2 marzo della terribile morte di Šinisa Brankovic. Il 40enne capocantiere bosniaco di una ditta esterna era scivolato su un foro da un’altezza di 18 metri, mentre stava camminando su una griglia che costituisce l’ossatura del controsoffitto. Secondo quanto reso noto dall’azienda il magistrato ha poi disposto il dissequestro dell’area a terra su cui la vittima è precipitata. Già da lunedì, comunque, l’attività per la realizzazione delle cosiddette “capannette” in futuro destinate a ospitare le fasi di sabbiatura e pitturazione dei blocchi navali è ripresa. La seconda area interdetta dalla magistratura, quella in cui materialmente si è verificato l’infortunio, sarà invece presto oggetto di istanza di dissequestro, sempre a detta dell’azienda. L’hangar si compone di quattro strutture, due delle quali già ultimate. Resta da concludere dunque il cantiere edile sull’ultimo paio di “capannette”. La maxi struttura verrà inaugurata quando tutte le sue componenti saranno attive, prevedibilmente tra giugno e luglio. Chiaramente la morte bianca di tre settimane fa ha comportato un congelamento delle operazioni di allestimento e così i tempi di consegna sono in parte fisiologicamente slittati. Quello del Capannone 42 è un ingente investimento di Fincantieri (oltre 20 milioni di euro), che ha creato un grosso potenziamento dell’impianto: si potranno verniciare più rapidamente grossi blocchi navali e con qualsiasi condizione meteo, vista la copertura presente. Inoltre si eviteranno i disagi del passato, quando è capitato che le operazioni di verniciatura danneggiassero le auto di privati sulla strada. (ti.c.)
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