Isonzo senz’acqua a Sagrado

Allarme rosso per l’irrigazione. L’allerta è scattata ieri mattina. Rilasci insufficienti da parte della diga di Salcano, in Slovenia. Lorenzon (Consorzio bonifica): «Eccoci a descrivere la solita, disarmante storia»
Di Francesco Fain

SAGRADO. L’Isonzo è rimasto senz’acqua. Nel 2012 l’allerta risuonò fragorosa il 12 agosto. Quest’anno la scena si è ripetuta un giorno prima.

Nella tarda mattinata di ieri è ufficialmente scattato l’allarme rosso per l’agricoltura nella bassa pianura isontina. Gli impianti irrigui sono stati disattivati per più di tre ore e sono dovute entrare in azione le riserve d’acqua per irrigare circa quattromila ettari. A Sagrado, nei pressi della presa del canale Dottori, si vedeva un rigagnolo d’acqua. «Eccoci qua a descrivere la solita, disarmante situazione - allarga le braccia il presidente del Consorzio bonifica pianura isontina, Enzo Lorenzon -. A Sagrado non arriva nemmeno un litro d’acqua. Non so più cosa dire. È di vitale importanza la costruzione di una traversa di rifasamento: non chiamiamola diga, si tratta di un invaso capace di garantire un flusso costante minino di 25 metri cubi al secondo. Tale quantitavo metterebbe al riparo dalle conseguenze della siccità». Secondo il Consorzio presieduto da Enzo Lorenzon inoltre si migliorerebbe pure la qualità ambientale dell’Isonzo e si ottimizzerebbero gli utilizzi a valle dello sbarramento di Salcano. «A proposito, smettiamola di dare la colpa agli sloveni: fanno i loro interessi, siamo noi che dobbiamo correre ai ripari».

Al presidente del Consorzio hanno procurato un travaso di bile le parole di Giancarlo Marras, di Sinistra Ecologia e Libertà rilasciate nelle scorse settimane al nostro giornale. L’esponente di Sel, particolarmente attento alle questioni dell’ambiente ed alla situazione dell’Isonzo tanto da essere stato delegato dal partito a partecipare nei mesi scorsi a Laboratorio Isonzo, aveva dichiarato: «Un nuovo sbarramento non assicurerebbe un bel nulla, ed anzi danneggerebbe irrimediabilmente l’ambiente». «Sono rimasto allibito e non ho nemmeno voglia di replicare», risponde Lorenzon.

Franco Musulin, dipendente dello stesso Consorzio, sottolinea che il problema si ripete puntualmente al sabato e alla domenica. Ieri, la situazione è stata peggiore del solito e questo ha procurato non poche preoccupazioni riguardo alla necessaria e vitale irrigazione delle coltivazioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:siccitàconfine

Riproduzione riservata © Il Piccolo