Isonzo in secca, la rivolta della Coldiretti isontina

Il presidente provinciale Bressan: «La carenza idrica non è una situazione straordinaria ma è diventata la normalità. Le rive del fiume sono in pessime condizioni. Basta commissioni di studio»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 11.08.2013 Isonzo in secca Sagrado Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.08.2013 Isonzo in secca Sagrado Fotografia di Pierluigi Bumbaca

SAGRADO. «Respingiamo la proposta di costituire l’ennesima commissione di studio perché le considerazioni tecniche, le valutazioni ambientali ci sono già: vanno semplicemente fatte scelte e alle scelte devono seguire fatti».

Coldiretti sostiene in pieno la battaglia del presidente del Consorzio di bonifica, Enzo Lorenzon. Gli agricoltori isontini non c’è la fanno più a sostenere una situazione di carenza idrica che non si configura come straordinaria, ma purtroppo è diventata ordinaria. Dichiarano il presidente di Coldiretti Antonio Bressan e il direttore Ivo Bozzato: «È da anni che sosteniamo l’assoluta necessità della realizzazione di un invaso a monte dell’Isonzo per avere una disponibilità di acqua non solo per l’irrigazione ma anche per garantire la vita della flora e della fauna del fiume. Agli esponenti politici che in questi giorni estivi intervengono dalle pagine dei giornali a sostenere presunti danneggiamenti ambientali o ennesimi studi di valutazione di impatto ambientale ricordiamo l’importante ruolo dell’agricoltura nel mantenimento dell’ambiente e dei molti posti di lavoro, proprio combattendo una crisi idrica che nel comparto agricolo isontino significa sacrifici ed investimenti. Per tale motivo, in questi anni, abbiamo aiutato e sostenuto il Consorzio nell’importante opera di ristrutturazione della rete irrigua da scorrimento a pressione proprio per ottimizzare l’impiego dell’acqua nella consapevolezza che si tratta di una risorsa preziosa e finita e per questo assolutamente da salvaguardare».

«Siamo - riprendono Bressan e Bozzatto – contro prese di posizione ideologiche e spesso superficiali che danneggiano un comparto, quello agricolo ed un ecosistema, quello dell’Isonzo, che risulta fortemente degradato ed inquinato non certamente dall’agricoltura. Ricordiamo ai politici lo stato in cui versano le rive del fiume, un tempo utilizzate dagli agricoltori, ma anche dai cittadini che frequentavano il fiume proprio nei periodi caldi per bagni ristoratori. Oggi invece, i cittadini si spingono “tranquillamente” sul letto del fiume a prendere la tintarella segno evidente quest’ultimo di un assoluta scarsità d’acqua».

Il presidente Lorenzon sottolinea «correttamente come gli amici sloveni facciano giustamente i loro interessi. Ai politici locali e regionali come Coldiretti chiediamo di fare i nostri, ovvero di sostenere gli interessi ed i bisogni dei nostri territori. Rimaniamo disponibili ad un confronto sul tema, ma non dimentichiamoci - concludono Bressan e Bozzato - di chi in questi giorni di caldo torrido, si trova impegnato a cercare di salvare i propri raccolti, di salvaguardare il proprio territorio e di compiere quell’azione da pochi considerata di protezione civile che ogni giorno gli agricoltori ed enti come il Consorzio di bonifica sviluppano a tutela ed interesse di tutti e senza essere remunerati per questo».

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