Isontino, porte della canonica aperte ai profughi
GORIZIA «Le chiese con le porte chiuse non si debbono chiamare chiese, ma... musei». Papa Francesco nell’udienza del mercoledì in piazza San Pietro, davanti a 20mila persone, ha lanciato un messaggio di alto valore sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. «Porte aperte. Sempre», ha proseguito il Pontefice, tra gli applausi convinti dei fedeli.
La nostra realtà? Gorizia non è all’anno zero. Il Nazareno è da parecchi mesi un centro di accoglienza per richiedenti-asilo, gestito dalla Caritas diocesana e messo a disposizione gratuitamente dalla Congregazione delle suore della Divina provvidenza. Gli spazi ricreativi della parrocchia della Madonnina, poi, hanno accolto per diverse settimane, nelle giornate caratterizzate da maltempo e freddo, i profughi arrivati dopo un viaggio estenuante da Afghanistan e Pakistan.
Le parrocchie isontine, insomma, sono impegnate in prima linea nell’accoglienza degli immigrati, che a Gorizia continuano ad arrivare costantemente seguendo la rotta balcanica. E un’ulteriore riprova arriva da Romans d’Isonzo. Il sindaco Davide Furlan annuncia che i 18 richiedenti-asilo “di stanza” nel piccolo paese isontino, troveranno un letto in una struttura messa a disposizione dalla locale Parrocchia a Fratta. «Si tratta della casa canonica della frazione di Romans che verrà utilizzata temporaneamente, in attesa che venga rimessa in sesto la casetta un tempo residenza del custode dell’ex polveriera di Romans. Il nullaosta ministeriale è già arrivato, quindi credo che nell’arco di 2/3 mesi gli immigrati potranno lasciare la canonica di Fratta per raggiungere l’altra struttura. I tempi dovrebbero essere brevi».
Sino ad oggi, i profughi pernottavano nella palestrina di Romans. «Ma ora, con l’inizio dell’anno scolastico, era necessario trovare una soluzione alternativa e, grazie alla collaborazione della Parrocchia, abbiamo individuato la struttura di Fratta». «Abbiamo anche “anticipato” le parole di Papa Francesco - sorride il primo cittadino romanese - perché l’accordo l’abbiamo trovato prima del suo importante messaggio».
Furlan non nasconde che la gestione dei richiedenti-asilo sia stata problematica. «Ma non ci siamo mai scoraggiati, non abbiamo chiesto di trasferirli altrove, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo trovato una soluzione. Del resto, sin dall’inizio ci eravamo detti disponibili a dare il nostro apporto in un quadro di accoglienza diffusa».
Dopo Fratta, dunque, la destinazione dei richiedenti-asilo sarà la casetta nella vecchia polveriera. «Si tratta di una casa che era al servizio della polveriera - ha spiegato nei giorni scorsi il sindaco di Romans, Davide Furlan -. L’immobile, abitato fino alla metà degli anni novanta, è andato incontro ad un progressivo degrado derivante da incuria».
«La mancanza di manutenzione, l’attacco della vegetazione rampicante e dell’umidità, l’inutilizzo degli impianti tecnologici rischiano di ridurre questo immobile da risorsa a... rudere. L’edificio è stato una residenza funzionale all’esercizio del vasto deposito munizioni situato ad alcune centinaia di metri, perdendo la propria funzione con la chiusura del deposito stesso». Dal 2006 ad oggi, rimanendo l’edificio inutilizzato, la municipalità ha manifestato a più riprese l’interesse ad acquisirlo o a restituirlo in ogni caso ad una sua funzionalità ed utilità. A breve, la svolta.
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