Isole ecologiche a Gorizia verso la chiusura

Il Comune rimanda la decisione: «Sono diventate un lusso. Costano troppo. Ci sarà comunque un confronto con i cittadini». Incoraggiamenti dall’ex Cdq di Straccis che appoggia la scelta di smantellare le strutture
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 12-01-13 Straccis Isola Ecologica - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12-01-13 Straccis Isola Ecologica - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Il Comune di Gorizia era partito in quarta, deciso, convinto. Il 31 dicembre scorso sarebbe dovuto essere l’ultimo giorno di esercizio dell’isola ecologica di Straccis. Poi, alla spicciolata, avrebbero dovuto chiudere i battenti le ecopiazzole di Lucinico e di Piedimonte. Il motivo? Gli alti costi di gestione. In tempi di crisi e spending review tutto va razionalizzato: dai nonni-vigile al museo di Santa Chiara e all’auditorium di via Roma, dalle spese di rappresentanza (ridotte ormai al lumicino) agli esborsi per i telefoni cellulari.

Provvedimento

in stand-by

Nell’ultima seduta di giunta, però, il provvedimento è finito in stand-by, nel congelatore. «Servono ulteriori valutazioni», spiega l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi. Che tipo di valutazioni? «Abbiamo deciso di sospendere la delibera di indirizzo per valutare i pro e i contro di natura sociale. Se dovessimo ragionare soltanto con i costi, non avremmo scelta: le strutture vanno chiuse perché da un punto di vista economico il gioco non vale la candela - dichiara l’assessore -. Ma abbiamo voluto prenderci ancora un po’ di tempo per esaminare quali eventuali conseguenze sociali ci saranno per la popolazione con il loro smantellamento».

Del Sordi promette che ogni decisione verrà presa con il coinvolgimento dei cittadini. «Dobbiamo, però, chiederci: ci possiamo permettere questo lusso? Le isole ecologiche sono un servizio in più considerando che già viene effettuata la raccolta porta a porta. Peraltro, solo a Gorizia e in nessun altro centro dell’Isontino sono presenti». Inoltre, e non è un elemento secondario, il Comune sta realizzando un mega-centro di raccolta («previsto per legge», scandisce Del Sordi) alle spalle dell’inceneritore dismesso di via Gregorcic, al confine con Savogna. Lì si potranno conferire rifiuti ingombranti, pneumatici, materassi e quant’altro: ci sarà anche una bilancia per pesare la plastica e il vetro. Nelle opere sono ricomprese anche la viabilità interna e la realizzazione di una struttura rialzata, dove si potranno gettare i rifiuti scaricandoli direttamente dalla propria automobile, senza alcuna fatica. «Oggi le isole ecologiche sono tre, di cui una (quella di Straccis) particolarmente datata: anche le altre due abbisognerebbero di interventi. Ecco perché ci poniamo l’interrogativo. Conviene tenerle in vita?».

Il fronte

dei favorevoli

C’è anche chi ha già espresso, a suo tempo, disco verde allo smantellamento delle isole ecologiche, nella fattispecie quella di Straccis. È il locale Consiglio di quartiere (oggi defunto). A confermarlo Vito Conighi che ha presieduto proprio il Consiglio circoscrizionale di Straccis. «Il nostro parere era stato favorevole per le troppe complicanze determinate dalla presenza dell’ecopiazzola. Lì c’è il parcheggio della scuola e, puntualmente, scoppia il caos: ci sono le auto dei genitori che prelevano i figli a scuola e le vetture di chi porta i rifiuti. Peraltro, altri problemi si verificano quando si disputano le partite di calcio. Per questo, a suo tempo, abbiamo formulato parere favorevole».

Prosegue Conighi: «Rispetto, ovviamente, il parere di chi è contrario e afferma che l’isola ecologica è, comunque, molto comoda. Ma ritengo che fare un chilometro in più con l’auto non sia un grandissimo problema».

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