Isolato genoma del proteo. Ora studi per nuove cure contro anoressia e obesità

Dopo un anno e mezzo di sforzi, gli scienziati cinesi, in collaborazione con sloveni e danesi, infatti hanno aperto una scatola misteriosa e affascinante isolando finalmente il genoma del proteo.

LUBIANA Una piccola valigia in alluminio che il professor Duncan Yu ha consegnato simbolicamente al rettore dell'Università di Lubiana il professor Igor Papič, contenente un disco nero di dimensioni pari a 7,4 terabyte protetto col massimo rigore, ha costituito l’inizio dello studio sul genoma del proteo, il misterioso animaletto rosa a quattro zampe che abita nelle Grotte di Postumia. Dopo un anno e mezzo di sforzi, gli scienziati cinesi, in collaborazione con sloveni e danesi, infatti hanno aperto una scatola misteriosa e affascinante isolando finalmente il genoma del proteo. Sebbene sia ancora troppo presto per speranze tangibili, possiamo iniziare a sognare che un giorno, grazie alle nuove intuizioni che la scoperta potrà ispirare, riusciremo a proteggere meglio questo animale delle caverne in via di estinzione e useremo i segreti della sua longevità per trattare più efficacemente le malattie e forse prolungare la vita degli umani.

Miracolo a Postumia, nascono i piccoli di proteo


Duncan Yu, Ceo di Mgi Tech, ha ammesso che non era a conoscenza che il proteo fosse una creatura così complicata e ha affermato che conoscere il suo genoma è importante per tutto il mondo, al fine di sapere come preservare e prendersi più cura di queste «meravigliose creature mentre le abbiamo ancora con noi». Yonglun Luo, invece, project manager in Cina e direttore esecutivo del Lars Bolund Institute for Regenerative Medicine, ha sottolineato la complessità del progetto a causa delle dimensioni del genoma del proteo. «È più piccolo di noi - ha spiegato nel corso della presentazione pubblica della scoperta - ma il suo genoma è molto più grande dei genomi di tutti noi in questa stanza». È, infatti, il genoma più grande mai sequenziato al mondo ed è 15 volte più grande di quello di un essere umano. Ma ci sono 15 volte più geni in esso che nei nostri? La risposta è no», ha sentenziato. «Quasi il 90 per cento del genoma - ha enunciato - è costituito da sequenze ripetitive, la cosiddetta materia oscura del genoma che non contiene informazioni. Non sappiamo ancora perché ce ne siano così tanti». Secondo Luo, il progetto ha raggiunto ciò che era stato pianificato, ma questa è solo la prima versione del genoma. Nella continuazione degli studi saranno colmate le lacune mancanti con sequenziamenti aggiuntivi e quindi si cercherà di decifrarne il significato o forse si potranno studiare i singoli geni.

Nel quadro del pensiero antropocentrico, la domanda più attuale è quali risultati del progetto potranno avere ricadute dirette sulla salute dell’uomo. Il professor Rok Kostanjšek, co-responsabile della ricerca del progetto in Slovenia, ha affermato che, comprendendo i comportamenti alimentari estremi del proteo che può sopportare la fame per molti anni senza danneggiare il proprio corpo e, quando ritrova il cibo, può mangiare quanto vuole senza ingrassare, si potrà contribuire a cure più efficaci per l’anoressia e l’obesità. Nuovi dati sulle eccezionali capacità rigenerative del proteo, invece, registrate nelle osservazioni nelle Grotte di Postumia, che hanno dimostrato come sia riuscito a far crescere una nuova zampa nel sito della lesione, potrebbero facilitare la ricerca di meccanismi di rigenerazione di organi o parti del corpo danneggiati o mancanti. «Questo non significa che le persone saranno in grado di produrre gli arti perduti, ma potrebbe contribuire a risultati migliori nella medicina rigenerativa», ha aggiunto Kostanjšek. E tutto grazie a quella magica creaturina rosa. —

M. MAN.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo