Isabelle Joschke: «Io, velista solitaria in mezzo a 2000 barche»
TRIESTE. E’ la sua prima volta a Trieste, ma soprattutto è la sua prima volta in una regata tanto affollata. «E per me sarà un’esperienza assolutamente nuova, sono davvero curiosa» dice Isabelle Joschke, la velista nata a Monaco di Baviera ma residente a in Francia, a Lorient, che di mestiere fa la navigatrice solitaria. «Già per me è un qualcosa di particolare relazionarmi con poche barche attorno in una regata, figurarsi in una flotta di quasi duemila imbarcazioni. Nemmeno immagino cosa può significare!»
Isabelle Joschke è giunta a Trieste ospite di Generali, la compagnia per la quale è testimonial in Francia e domani sarà a bordo di Ancilla Domini, la barca triestina “requisita” per questa Coppa d’Autunno dalla trasmissione Rai Linea Blu. «Sono a Trieste da poche ore, ma è bellissimo questo clima di festa, mi piace molto questa partecipazione di tutta la città alla regata. Inoltre, apprezzo molto la formula della Barcolana, il mettere assieme, uno a fianco dell’altro, professionisti e appassionati della domenica, ne nasce uno scambio di esperienze meraviglioso».
E racconta, Isabelle Joschke, la sua esperienza di navigatrice. «Facevo la skipper quando ho scoperto la realtà della Mini Transat, la regata atlantica in solitaria, oggi divisa in due tappe, la prima tra la Francia e Madeira, la seconda fino a Bahia, in Brasile. E allora ho lavorato sodo, due anni per mettere da parte i soldi necessari per comprami la barca e pagarmi la regata. Così, ho coronato il mio sogno. E da allora questo è diventato il mio mondo».
Ma si sente, Isabelle, più una donna d’avventura o una sportiva? «Inizialmente ero forse più una donna che cercava l’avventura, ma quando ho iniziato a fare le regate ho scoperto di amare molto anche la competizione sportiva. E da questo punto la mia esperienza più forte risale al 2007, alla mia seconda Mini Transat: all’arrivo della prima tappa, a Madeira, sono arrivata prima su 89 partecipanti, un risultato eccezionale. Come è poi finita la mia regata? Male, perché nella seconda tappa ho avuto una rottura sulla barca!»
Ed è perfino difficile immaginarla, questa donna bionda dal sorriso luminoso ma dal fisico minuto, alle prese con situazioni di emergenza, tutta sola in mezzo al mare: lei e la sua barca. «Paura? Beh, in situazione di forte vento, quando c’è da governare le vele e sei da solo e devi fare tutto, tenerle per paura che si rompano e guidare la barca... E i venti più temibili li ho trovati nel golfo di Biscaglia e nell’Egeo, tra le isole greche: il Meltemi sa essere veramente terribile».
Vela, mare, passione. Ma non solo. Perché Isabelle è anche un’atleta impegnata nel sociale con l’associazione Horizon Mixitè (Orizzonte diversità), dedicata alla promozione della diversità di genere in tutte le attività della società, dallo sport all’impresa. Un impegno a 360 gradi. Da sportiva vera. (g.bar.)
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